In Italia 1 minore su 5 è affetto da un disturbo neuropsichiatrico

Nel mondo, tra il 10 e il 20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali e il 50% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 14 anni di età (dati OMS). In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, la SINPIA sottolinea l’importanza di intervenire precocemente durante il neurosviluppo e favorire la continuità di cura dall’età evolutiva a quella adulta

Roma, 8 ottobre 2024 – 1 bambino o adolescente su 5 in Italia soffre per un disturbo neuropsichiatrico: parliamo di circa 2 milioni di bambini che nel nostro Paese sono affetti da disturbi del neurosviluppo, dalle sindromi dello spettro autistico, ai disturbi da deficit di attenzione con iperattività, alle malattie neurologiche come le paralisi cerebrali infantili, alle disabilità intellettive, alle malattie rare ad interessamento neurologico, ai disturbi psichiatrici dell’infanzia e dell’adolescenza inclusi i disturbi del comportamento alimentare.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo tra il 10 e il 20% di soggetti da 0 a 18 anni soffre di disturbi mentali e il 75% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 25 anni, la metà presenta sintomi prima dei 14 anni.

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2024, istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (MFMH) e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità al fine di sensibilizzare sul tema della salute mentale, la SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sottolinea l’importanza di intervenire precocemente già in età evolutiva e di favorire e garantire la continuità di cura dall’età del neurosviluppo a quella adulta, mettendo al centro la persona, la sua famiglia, e i suoi bisogni.

Prof.ssa Elisa Fazzi

“Il cervello umano – spiega Elisa Fazzi, Presidente SINPIA, Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia – va incontro ad enormi cambiamenti dal periodo del concepimento fino all’inizio dell’età adulta. Eventi negativi durante lo sviluppo precoce, in periodi critici per le funzioni e la struttura del cervello, possono avere effetti permanenti sul medio e lungo periodo e predisporre a sviluppare malattie mentali in età adulta. I Disturbi del neurosviluppo causano una compromissione del funzionamento personale, sociale, scolastico o lavorativo, interessano più aree dello sviluppo con una frequente comorbilità tra loro. Dobbiamo sfatare il mito che la prevenzione inizi a 14 anni, perché in realtà deve avvenire molto prima, certamente sappiamo che alcune patologie psichiatriche danno segno di sé in modo specifico in età adolescenziale, ma spesso sono l’esito di disturbi iniziati molto tempo prima o insorti nei primi anni di vita, le cui manifestazioni si modificano a seconda della plasticità del sistema nervoso e dell’evoluzione dell’individuo”.

Secondo l’ultimo Rapporto UNICEF, a livello globale, 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato; tra questi, 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze. I tassi in percentuale di problemi diagnosticati sono più alti in Medio Oriente e Nord Africa, in Nord America e in Europa Occidentale. L’ansia e la depressione, secondo i dati del Rapporto, rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati.

“La maggior parte dei disturbi del neurosviluppo persiste durante l’adolescenza e l’età adulta – interviene Antonella Costantino, past president SINPIA e Direttore UONPIA Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – e può portare a difficoltà sociali e comportamentali e ad una ridotta indipendenza nell’arco di vita. Quindi una diagnosi precoce è fondamentale per poter attivare strategie di intervento tempestive e mirate. Solo così possiamo agire sulle traiettorie di sviluppo, riducendo l’impatto sui bambini affetti e sulle loro famiglie”.

Quando si parla di salute mentale, il passaggio all’età adulta di bambini e ragazzi fino a quel momento seguiti in ambiti pediatrici rappresenta un tema delicato e ancora oggetto di riflessione da parte dei neuropsichiatri infantili.

“La terminologia anglosassone sintetizza questo momento con il termine transition – sottolinea Renato Borgatti, Direttore della Struttura Complessa Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Fondazione Mondino IRCCS e dell’Università di Pavia, membro SINPIA – mentre è preferibile parlare di continuità di cura così da trasmettere l’idea che con il passaggio all’età adulta non mutano i bisogni dei ragazzi, che devono trovare risposte adeguate adattando un sistema di presa in carico pensato per una persona adulta e collaborante. L’intento comune è quello di proporre un modello di transizione della cura programmato e coordinato, incentrato sul soggetto e la sua famiglia, anche in relazione al grado di complessità multidisciplinare richiesto dalla patologia”.

“Il modello di intervento della neuropsichiatria italiana – conclude Massimo Molteni, neuropsichiatra infantile e Responsabile dell’Area di Ricerca in Psicopatologia dello Sviluppo, IRCCS Eugenio Medea, Associazione La Nostra Famiglia e membro SINPIA – è unico al mondo e consente di affrontare le malattie croniche e multiproblematiche dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente con un modello assistenziale fortemente integrato tra ospedale e territorio, nell’ambito di una rete specialistica multidisciplinare dedicata, in grado di garantire risposte specifiche per età e tipologia del disturbo, con il coinvolgimento attivo delle famiglie, e con una forte attenzione ai contesti sociali di vita, coessenziali nelle attività di prevenzione primaria, nell’ambito di percorsi di cura complessi e in continua trasformazione”.

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