In Campania gli obesi costituiscono l’11% dei cittadini

L’undicesima edizione del “Rapporto Osservasalute”, analisi dello Stato sulla salute della popolazione e sulla qualità dell’assistenza sanitaria nelle Regioni Italiane, pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute, ha evidenziato che la Campania è la regione più “giovane” di Italia, ma anche quella con il record negativo sul fronte della mortalità e con alcuni tra i peggiori stili di vita.

In Campania, la percentuale di individui in sovrappeso è molto preoccupante (41,1% contro i 35% della media nazionale), e gli obesi costituiscono l’11% dei cittadini contro una media nazionale del 10%. Inoltre, sempre in Campania, c’è la quota maggiore di bambini e ragazzi in sovrappeso ed obesi: infatti tra i minori di 18 anni si rilevano dati ben più alti della media nazionale ed in particolare tra i bambini di 8-9 anni sono in condizione di obesità il 21,5% contro un valore nazionale di poco superiore al 10%. La Campania, inoltre, è la regione dove si pratica meno sport: coloro che non svolgono alcuna attività sportiva sono il 57,3% contro la media nazionale del 39%.

Un individuo viene definito “obeso” quando il suo peso corporeo è superiore al suo peso ideale calcolato mediante determinate tabelle in base all’età, all’altezza ed al sesso: nello specifico, quando questo incremento è dovuto ad incremento di massa grassa. L’obesità può comportare un aumento di patologie cardiovascolari e cerebrovascolari (provocando aumento della pressione arteriosa, aumento dei livelli plasmatici di colesterolo cattivo LDL, diminuzione del colesterolo buono HDL, aumento dei livelli plasmatici dei trigliceridi), l’insorgenza del diabete (soprattutto diabete di tipo II), e la compromissione delle funzioni renale e dell’apparato osteo-articolare.

La prevenzione ed il trattamento dell’obesità prevedono un’alimentazione ridotta in calorie e grassi, un aumento del consumo di fibra alimentare, un incremento costante dell’attività fisica (adeguato alle caratteristiche psico-fisiche di ciascun individuo), un modello alimentare costante, la limitazione dell’uso di bevande alcoliche ed infine il monitoraggio frequente del proprio peso corporeo.
È indubbio che, nell’incredibile crescita di sovrappeso ed obesità nei paesi industrializzati del dopo guerra, vi sia una componente legata ad abitudini di vita più comode e meno “faticose”. Il compito del nutrizionista sarà quello di mettere in evidenza i comportamenti alimentari e gli stili di vita che permetteranno di orientare le scelte del paziente nella direzione desiderata. Tornare “in forma” deve essere un piacere ed una conquista, mai un interminabile serie di privazioni e rinunce (messe in discussione dal primo pasticcino ingerito ad una festa di compleanno!). Perché dimagrire significa prima di tutto stare bene con se stessi.

Maurizio Melorio

Biologo Nutrizionista

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