In Africa 2.000 bambini muoiono per polmonite ogni giorno. Save the Children: “Malattia prevenibile, ma cala il numero dei vaccinati”

La polmonite è la principale causa di morti infantili, circa 750 mila vittime ogni anno. A causa della pandemia diminuite le vaccinazioni e aumentata la domanda di ossigeno

Roma, 17 novembre 2021 – In Africa, i progressi fatti nella lotta contro la polmonite infantile, che mette a rischio la vita di migliaia di bambini ogni anno, hanno visto una battuta d’arresto a seguito della diminuzione delle vaccinazioni di routine e un aumento della domanda di ossigeno medicale durante la pandemia di Covid-19. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

La polmonite, infatti, che è una potenziale complicanza del Covid-19 e di altre malattie, è la principale causa di morti infantili e causa circa 750.000 morti l’anno[1]. Già prima del 2020, i tassi di mortalità infantile dovuti alla polmonite non stavano diminuendo allo stesso ritmo di altre malattie letali per i bambini. Inoltre, a causa della pandemia, dal 2020 le vaccinazioni e i servizi sanitari sono stati ridotti e il coprifuoco, il blocco dei mezzi di trasporto, la disinformazione dilagante sui vaccini hanno contribuito a ostacolare questi servizi salvavita.

Nel 2020 si è registrato un calo del numero di bambini che in Africa hanno ricevuto il vaccino pneumococcico coniugato (PCV) e il vaccino anti-Hib (Haemophilus influenzae tipo B)[2], due vaccini in grado di ridurre il tasso di mortalità per polmonite, una malattia che ancora uccide 2.000 bambini ogni giorno.

Una ricerca congiunta tra Save the Children e la Johns Hopkins University School of Medicine ha rilevato che i vaccini Hib e PCV, insieme al vaccino Rotavirus, hanno un tasso di capacità tra i più alti di ridurre significativamente le morti infantili per polmonite, congiuntamente ad altre azioni. Se attuati insieme su base cumulativa fino al 2030, questi interventi, compresi i vaccini, potrebbero prevenire 3,2 milioni di decessi per polmonite e ulteriori 5,8 milioni di vite potrebbero essere salvate dai co-benefici in aree quali nutrizione, interventi neonatali e trattamenti antibiotici.

Oltre al calo delle somministrazioni di vaccino, negli ultimi 12 mesi la domanda di ossigeno per curare i pazienti Covid-19 in tutti i paesi a basso e medio reddito è più che triplicata, causando carenze in molti paesi. L’ossigeno medicale è un trattamento fondamentale per i bambini con polmonite grave, considerando che anche prima della pandemia di Covid-19, ogni anno, 4,2 milioni di bambini affetti da polmonite grave nei paesi poveri avevano bisogno dell’ossigeno per sopravvivere.

Nyaluak, una bambina di tre anni del Sud Sudan, di Pibor, è da poco guarita da una polmonite grazie alla sorella Achai, che ha camminato tre ore per portarla in un centro sanitario. “Nessuno le lava i vestiti o le fa il bagno, per questo si è ammalata… quando l’ho portata al centro sanitario aveva una brutta tosse ma è migliorata dopo che le hanno dato le medicine. Quella notte ha dormito bene” ha raccontato Achai.

“La polmonite è la malattia dell’iniquità. Ogni giorno, oltre 2.000 bambini muoiono a causa di questa malattia prevenibile e curabile, semplicemente perché non hanno accesso a vaccini e cure essenziali come l’ossigeno. Durante la pandemia, gli operatori sanitari nei paesi a basso reddito hanno dovuto fare scelte devastanti poiché c’è stato un picco di aumento della domanda di ossigeno, le cui scorte erano già scarse – ha dichiarato Jessica Winn, Responsabile dell’Hub di Supporto per la Polmonite – Ciò che rende la polmonite una malattia così preoccupante è che quasi tutte le morti sono in realtà prevenibili: vaccini efficaci possono prevenire la maggior parte dei casi e con una diagnosi precoce e accurata e semplici antibiotici la polmonite infantile può essere curata. I casi più gravi dovrebbero essere gestiti con l’ossigeno medicale, un trattamento ampiamente accessibile ai paesi ricchi ma molto scarso e quasi inaccessibile nei paesi poveri, come abbiamo potuto vedere nel corso di questi mesi”.

Nel 2021, in Indonesia e in India – due dei paesi che insieme ospitano il 20% della popolazione mondiale sotto i cinque anni – il programma vaccinale nazionale ha previsto una più ampia distribuzione del vaccino PCV[3] e sebbene questa sarà scaglionata tra le varie regioni, questo impegno è un importante passo avanti per garantire che tutti i bambini ricevano il vaccino.

“La pandemia prima o poi finirà ma la polmonite, al contrario, no. Come comunità globale, dobbiamo lottare contro la polmonite con la stessa urgenza, innovazione e determinazione con cui il mondo ha combattuto il Covid-19 e non permettere che qualcuno ancora muoia per una malattia prevenibile e curabile” ha concluso Jessica Winn.

[1] Dati OMS, 2018.
[2] La percentuale di neonati sopravvissuti che hanno ricevuto la terza dose di vaccino anti-Hib in Africa è diminuita dal 73% nel 2017, 2018 e 2019, al 72% nel 2020. La percentuale di neonati sopravvissuti che hanno ricevuto la terza dose di vaccino PCV è scesa al 68% nel 2020 dal 70% nel 2019 e dal 69% nel 2018 e 2017 (Dati UNICEF).
[3] L’India ha introdotto il PCV nel 2017 per 5 stati ma nel 2021 ha esteso il vaccino PCV a tutti gli stati. L’Indonesia inizierà la distribuzione nel 2022.

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