Un ampio studio multicentrico internazionale, coordinato dal Centro Cardiologico Monzino, ha dimostrato che la Risonanza Magnetica ha una maggiore capacità di predire gli eventi aritmici rispetto agli esami diagnostici standard nella cardiomiopatia dilatativa non ischemica, offrendo indicazioni più precise e appropriate circa l’impianto di cardioverter-defibrillatori
Milano, 11 maggio 2021 – Lo studio multicentrico internazionale DERIVATE, coordinato dal Centro Cardiologico Monzino, ha dimostrato che la risonanza magnetica ottiene parametri più specifici e informazioni più accurate per decidere quali pazienti con cardiomiopatia dilatativa idiopatica sono a maggior rischio di eventi aritmici e pertanto potrebbero beneficiare maggiormente dell’impianto di defibrillatore.
“DERIVATE è una pietra miliare per la prevenzione degli eventi aritmici nei pazienti con cardiomiopatia dilatativa – dichiara Gianluca Pontone, Direttore del Dipartimento di Imaging Cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino e principal investigator dello studio – Dimostrando l’efficacia dello studio del cuore con risonanza magnetica, abbiamo fornito un contributo significativo al tema dell’appropriatezza degli impianti di cardioverter, che sono uno strumento salvavita, ma che purtroppo talvolta, in base alle linee guida, non sempre vengono impiantati al paziente giusto”.
“Lo studio ha rivelato che un terzo dei pazienti che rispondono agli attuali criteri per l’impianto, in realtà è a basso rischio di morte improvvisa e dunque potrebbe evitare di diventare portatore di cardioverter, e viceversa la risonanza magnetica può identificare un subset di pazienti teoricamente a basso rischio, ma che invece potrebbero giovarsi di tale trattamento”, spiega Pontone.
I cardiovertitori-defibrillatori sono dispositivi impiantabili sotto cute, e hanno la funzione di interrompere tachicardie atriali o ventricolari, con l’obiettivo di prevenire l’arresto cardiaco, una delle principali cause di morte in Europa. Attualmente la decisione circa l’impianto avviene sulla base dell’ecocardiogramma, che misura la “frazione di eiezione”, cioè quanto sangue viene espulso dal ventricolo sinistro ad ogni battito.
Tuttavia nel tempo sono emerse due importati problematiche: da un lato solo una percentuale relativamente piccola dei pazienti che ricevono il cardioverter beneficiano effettivamente del trattamento. Dall’altro la morte cardiaca improvvisa può verificarsi anche in pazienti con frazioni di eiezione non significativamente patologiche.
DERIVATE è uno dei più grandi registri osservazionali sul tema e costituisce un significativo passo propedeutico alla realizzazione di studi prospettici randomizzati su questo importante tema di salute pubblica.