Massa, 15 luglio 2021 – La Fondazione Monasterio punta dritto al cuore dell’avanguardia e sviluppa una nuova tecnica mininvasiva innovativa: il primato europeo grazie al team del dott. Sergio Berti all’Ospedale del Cuore di Massa.
Una nuova strategia di imaging intraoperatorio con ecografia intracardiaca tridimensionale. Tradotto: l’intuizione – e la capacità della immediata messa in atto – di acquisire le immagini in tre dimensioni direttamente dall’interno del cuore del paziente durante l’operazione.
Oltre al merito di aver sviluppato una tecnica all’avanguardia, il team in sala, composto dal dott. Sergio Berti, dott. Massimiliano Mariani, dott. Luigi Pastormerlo, e dott.ssa Andreina D’Agostino, con il supporto tecnico dei team di ingegneri di Siemens Healt Care e di Edwards TMTT, è riuscito a rendere semplice qualcosa che invece, agli occhi di chi legge e per la mente di chi immagina, è estremamente complicato.
Il medico che utilizza tecniche minimamente invasive non ha la possibilità di vedere il cuore: per questo l’équipe necessita di acquisirne le immagini. Fino a pochi giorni fa, il passaggio eletto per l’imaging era quello transesofageo (passando, cioè, dall’esofago).
In questo caso, il nostro team presente in sala di Emodinamica, tramite una sonda che fungeva da guida dell’intervento, rimossa poi al termine dell’operazione, ha acquisito le immagini direttamente dall’interno del cuore, e tridimensionali: più precise, accurate, affidabili e all’avanguardia.
“Un approccio straordinariamente innovativo – ha spiegato il dott. Sergio Berti, Direttore dell’Unità Operativa Cardiologia Diagnostica e Interventistica della Fondazione Monasterio – che consente di semplificare l’intervento, al tempo stesso aumentando in maniera significativa la precisione con cui il Cardiologo Interventista riesce a condurre l’intervento di riparazione della valvola tricuspidalica”.
“L’introduzione di questa nuova tecnica di imaging – ha commentato il dott. Massimiliano Mariani, cardiologo dell’Ospedale del Cuore – apre nuovi scenari per i trattamenti transacatetere delle valvulopatie, ricordiamo, senza chirurgia, sempre più precisi e a bassa invasività. Mi aspetto che possa essere estesa anche ad altri scenari”.
Interventistica tailored, cioè cucita su misura delle esigenze del paziente, alta specialità, elevato expertise, multidisciplinarietà: questi i minimi denominatori comuni della Fondazione Monasterio, che ritroviamo anche in questo specifico caso, in cui il paziente, in età avanzata e già sottoposto in passato ad un intervento di cardiochirurgia, non avrebbe avuto altra possibilità se non quella di un intervento mininvasivo.
“Siamo molto orgogliosi di questo ulteriore traguardo raggiunto dall’Ospedale del Cuore – ha concluso Marco Torre, Direttore Generale della Fondazione Monasterio – Il team, guidato dal dott. Sergio Berti, è riuscito a prendersi cura del paziente nonostante l’alto rischio, e proprio grazie a una tecnica sviluppata nel nostro Ospedale. Questa è la conferma della leadership europea dell’Ospedale del Cuore nel campo delle tecniche mininvasive e ibride applicate alla cardiologia e alla cardiochirurgia. Proprio grazie all’approccio multidisciplinare, la Monasterio contribuisce a far avanzare tali tecniche per garantire al paziente la miglior risposta di cura, riducendo il rischio e l’invasività delle procedure, consentendo a tutti i pazienti di poter ricevere una ulteriore chance”.