Trieste, 7 novembre 2017 – “Per chi lavora in sanità il problema del tempo è cogente e assume connotazioni diverse. Gli operatori lo percepiscono come insufficiente per far fronte a tutte le incombenze che devono affrontare. Per chi ha bisogno di assistenza sanitaria (suo malgrado) il tempo ‘non passa mai’ nelle attese per prenotare, per gli esami, per i trattamenti, per gli esiti, per la convalescenza. Rischia di essere troppo poco, invece, quello dedicato alla visita”. È questo il pensiero di Gianpiero Fasola, Past President del CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri).
E proprio il tempo è il protagonista della prossima Conferenza Nazionale di CIPOMO, in programma per i prossimi 10 e 11 novembre a Trieste e presentato oggi da Alessandra Guglielmi, (Direttore dell’Oncologia medica della Asuits), Gianpiero Fasola (Direttore dell’Oncologia medica della Asuiud) Presidenti della Conferenza Nazionale CIPOMO e dal Presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.
Il titolo della Conferenza, che riunisce i Direttori di Oncologia medica del Servizio Sanitario Nazionale è, infatti, “Il valore del tempo nella cura del cancro” e il programma è centrato su argomenti che riguardano molto da vicino i pazienti e i loro familiari e amici affrontando in particolare il tema del tempo da diversi punti di vista: scientifico, clinico professionale, organizzativo, psicologico.
Il tema scelto dal Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri per la Conferenza nazionale di Trieste è in sintonia con una percezione diffusa: il tempo come la risorsa più preziosa e più scarsa per un’umanità in affanno nel seguire le accelerazioni della modernità. L’Oncologia mondiale sta attraversando un’epoca nella quale ci si interroga quotidianamente sul ‘valore’ dei nuovi trattamenti a causa della crescita esponenziale del costo per le nuove terapie.
Nonostante ciò CIPOMO con questa Conferenza vuole riportare l’attenzione su valori più vicini alla nostra ‘umanità’. Per questo motivo, durante il congresso, i relatori si confronteranno sul valore che può assumere il tempo nella comunicazione o nella comprensione di una diagnosi oltre che nelle fasi terminali della malattia.
Ma non solo, si parlerà anche del tempo necessario per rispondere ai nuovi adempimenti burocratici che si sono accumulati negli ultimi anni; cercando di comprendere meglio cosa stia accadendo negli ospedali e le ragioni di consistenti sforamenti dell’orario di servizio.
Inoltre, secondo uno studio americano condotto su 120 malati ambulatoriali affetti da neoplasia, è stato dimostrato che i pazienti preferiscono la comunicazione della diagnosi face to face piuttosto che con l’aiuto di un computer.
“Stiamo assistendo infatti – ha affermato la dott.ssa Gugliemi – ad una ‘controrivoluzione’ ed alla riaffermazione della centralità del paziente e all’importanza del tempo dedicato alla ‘cura’ e al ‘fattore umano’ come elementi imprescindibili da affiancare alla innovazione diagnostica e terapeutica”.
Nel corso della Conferenza verranno presentati anche i risultati relativi ai nuovi farmaci già utilizzati nella pratica clinica, con uno sguardo alla ricerca e allo sviluppo delle nuove molecole nonché ai cambiamenti nella metodologia della ricerca e nel percorso di approvazione da parte delle Autorità. La parola chiave del convegno (‘tempo’) porterà inoltre a discutere (anche affrontando temi scomodi) di un tema cruciale per il futuro del Servizio Sanitario: i rapporti con l’Università.
Concludendo l’incontro stampa di oggi il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha dichiarato: “Le riflessioni sul valore del tempo nella cura si inseriscono perfettamente nello sviluppo della riforma sanitaria del Friuli Venezia Giulia, alla cui base è scolpito il principio del rispetto della dignità della persona. Il tempo è una risorsa fondamentale, non recuperabile né riciclabile che da sempre segna il cammino l’umanità: va preso in considerazione in tutti i suoi aspetti, investendo nella visita, nell’ascolto e nella relazione, nella cura e nella comunicazione nella cura”.
“Attenzione e tempo – ha proseguito la Presidente Serracchiani – vanno rivolti a tutti i soggetti, e al paziente prima di tutto, che è il cardine intorno a cui ruotano gli operatori dei diversi settori impegnati in un approccio multidisciplinare. Queste sono le basi che possono garantire il miglioramento continuo delle cure e che costituisce, in ultima analisi, la ragione stessa dell’impegno di CIPOMO”.