L’uso dei laser è sempre più diffuso tra i neurochirurghi, ne abbiamo parlato con Michael Schulder, vicepresidente del Brain tumor Center Cushing Neuroscience Institute di New York
Roma, 11 settembre 2015 – “Negli ultimi dieci anni la tecnologia laser (LITT), grazie al miglioramento delle apparecchiature e l’uso di un monitoraggio costante dei cambiamenti di temperatura dell’encefalo in risonanza si è diffusa sempre di più”, afferma lo scienziato e ricorda che è stata sperimentata, per la prima volta sul tumore del fegato e poi sull’encefalo. Il primo ad applicarla, a Parigi sei anni fa, fu Alexander Carpentier e racconta che da allora l’uso dei laser si è diffuso in tutto il mondo come modalità terapeutica innovativa e la letteratura scientifica in merito è cresciuta notevolmente.
“Questa metodica – illustra Schulder – trova applicazione non solo per le lesioni encefaliche profonde, ma anche per quelle più superficiali. Negli Stati Uniti e in parte nel resto del mondo, la LITT viene utilizzata nel trattamento dell’epilessia refrattaria a farmaci, come alternativa alla neurochirurgia convenzionale, preservando funzioni di pensiero, memoria e linguaggio. La LITT è stata applicata in caso di metastasi cerebrali, tumori intracerebrali o lesioni intracraniche compressive, come i tumori dell’ipofisi, prevenendone la crescita. Ma può essere sperimentata anche nella neurochirurgia funzionale, come nel trattamento del tremore essenziale, della malattia di Parkinson e di disturbi psichiatrici”.
Per il neurochirurgo americano il miglioramento della strumentazione e il monitoraggio continuo del paziente in sala operatoria mediante risonanza, permetterà una maggiore adozione di questa tecnica tra i neurochirurghi.
L’esperto conclude dicendo che “sono gli stessi pazienti e le loro famiglie che richiedono queste tecnologie sempre meno invasive”.
fonte: ufficio stampa