Roma, 9 aprile 2021 – Da quando la pandemia da SARS-CoV-2 ha preso il sopravvento e ha costretto le strutture ospedaliere a cambiare completamente il management sanitario per contrastarne in modo prioritario la diffusione, molte attività assistenziali c.d. procrastinabili sono state rimodulate e, in alcuni casi purtroppo, sospese.
Durante l’ultimo periodo per il Policlinico ha comportato anche la messa a disposizione di un grande numero di un maggior numero di posti letto Covid, di rianimazione, di terapia intensiva e di degenza ordinaria. A tutto questo si è aggiunto anche l’enorme impegno che l’Azienda Umberto I ha messo in atto per la massiccia campagna vaccinale verso gli operatori sanitari, gli over 80, i pazienti estremamente vulnerabili, gli studenti di medicina, il personale universitario e docente scolastico e, non in ultimo, l’avvio della cura con gli anticorpi monoclonali.
Ma il Covid-19 non ha fermato l’attività della chirurgia robotica. Questa attività, in stand by nel novembre 2020, è stata riattivata presso le sale operatorie del Dipartimento Paride Stefanini (DAI Cardiotoracovascolare e Trapianti D’Organo) dove l’equipe diretta dal Prof Giorgio Franco e dal Prof Costantino Leonardo ha eseguito due interventi di chirurgia mini-invasiva effettuata con il Robot da Vinci.
“Tutto avviene in totale sicurezza – ha sottolineato Alberto Deales, Direttore Sanitario del Policlinico Umberto I – visto che fin dall’inizio della pandemia, sfruttando la struttura del Policlinico a Padiglioni, i reparti Non-Covid sono totalmente separati da quelli Covid. Non si tratta solo di ripresa dell’attività, ma di un vero e proprio avvio di un piano di ulteriore sviluppo della chirurgia robotica, considerando che la nuova collocazione del Robot consentirà l’utilizzo multidisciplinare di tale tecnologia per il trattamento chirurgico di altre patologie di varie branche specialistiche quali Otorino, Ginecologia, Chirurgia addominale, Chirurgia toracica e dei trapianti, Chirurgia maxillo-facciale”.
“Questi primi interventi sono stati eseguiti, in pazienti no-Covid, con asportazione radicale della prostata per neoplasie. Con la tecnica mini-invasiva, offerta dalla chirurgia robotica, otteniamo evidenti vantaggi sia per l’operatore nell’esecuzione accurata e mini-invasiva nell’intervento, sia per la minimizzazione di eventuali complicanze operatorie e sia per la miglior e rapida ripresa del paziente e abbiamo già in lista interventi per patologie renali e vescicali”, ha evidenziato Giorgio Franco, Direttore della UOC di Urologia.
“In un momento cruciale di ripresa come quello che stiamo attraversando – ha concluso Fabrizio d’Alba, Direttore Generale – per il nostro Policlinico, la robotica ha una valenza strategica per l’effettuazione di attività complesse al valore aggiunto, no-Covid”.