Roma, 1 ottobre 2024 – Sono passati settant’anni dal 29 settembre 1954, giorno in cui la Convenzione che ha sancito la nascita dell’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, il CERN, veniva ratificata dai 12 Stati fondatori, tra cui l’Italia.
Il nostro Paese è stato tra i principali protagonisti di questo atto di nascita, grazie al ruolo avuto da Edoardo Amaldi. Amaldi che solo pochi anni prima, nel 1951, in Italia aveva contribuito a fondare l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN, l’istituto che coordina la partecipazione scientifica nazionale al CERN.
Amaldi che, da grande scienziato e diplomatico qual era, aveva colto nella costituzione di una grande istituzione scientifica comune la possibilità di contribuire alla ricostruzione sociale, civile ed economica dell’Europa, all’epoca ancora in ginocchio sulle macerie, fisiche e morali, del secondo conflitto mondiale, da poco conclusosi.
“Oggi il CERN è il più grande e importante laboratorio di fisica delle particelle al mondo, grazie alle sue attività scientifiche e tecnologiche che, nel corso degli anni, hanno condotto a storiche scoperte e invenzioni, entrate poi a far parte delle nostre conoscenze e delle nostre vite”, commenta Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN e membro del Council del CERN, oggi a capo della delegazione italiana.
“Come riportato nel rapporto Draghi, il CERN rappresenta uno degli esempi di successo per l’Europa, una grande infrastruttura leader sia nella produzione scientifica, sia nello sviluppo tecnologico – prosegue Zoccoli – Vogliamo quindi celebrare oggi il CERN con l’augurio per il futuro di continuare a realizzare grandi programmi scientifici, che consentano all’Europa di mantenere e rafforzare la leadership mondiale in questo settore di ricerca”.
Ma il CERN è più di un laboratorio scientifico. È un luogo unico al mondo, dove una comunità di oltre 17mila persone di 110 nazionalità lavora e coopera per la conoscenza e il progresso aperti e condivisi, oltre ogni confine geografico, politico, culturale, proprio come sancito dalla sua Convenzione fondante.
“L’Organizzazione provvederà alla collaborazione tra gli Stati europei nella ricerca nucleare di carattere puramente scientifico e fondamentale, e nelle ricerche correlate – dichiara Zoccoli – L’Organizzazione non avrà alcun interesse in ricerche di carattere militare, e i risultati del suo lavoro sperimentale e teorico saranno pubblicati o resi comunemente disponibili in altro modo”.
“Il CERN – prosegue Zoccoli – rappresenta oggi il luogo per eccellenza dove la scienza esprime la sua natura al più alto livello. Meraviglia, curiosità, spirito critico e rigore, partecipazione, passione, collaborazione e condivisione. Al CERN si parla la lingua comune della scienza e si lavora seguendo la coerenza e l’oggettività del metodo scientifico. Il CERN è una grande infrastruttura di ricerca, un grande laboratorio scientifico, una grande comunità che guarda all’universo con il solo fine della pura conoscenza, con la convinzione che in essa risieda la più originale possibilità di crescita e progresso di ogni società”.
Il settantesimo anniversario del CERN viene celebrato con una cerimonia, alla presenza delle più alte cariche istituzionali dei Paesi Membri e associati, e della comunità scientifica. L’Italia è rappresentata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Tra i tanti risultati raggiunti dalla comunità scientifica del CERN, vi sono scoperte che hanno ampliato la nostra comprensione delle particelle elementari e delle leggi fondamentali della natura, e condotto all’invenzione e alla realizzazione di tecnologie oltre lo stato dell’arte, che spesso hanno contribuito a cambiare le nostre vite.
Dalla scoperta delle particelle mediatrici della forza debole, i bosoni W e Z, che è valsa il Nobel per la fisica a Carlo Rubbia e Simon van der Meer nel 1984, all’invenzione del World Wide Web da parte di Tim Berners-Lee nel 1989. Dallo sviluppo di un rivoluzionario rivelatore di particelle, opera di Georges Charpak che per questo vinse il Nobel nel 1992, alla più recente scoperta del bosone di Higgs nel 2012, che ha dimostrato l’esistenza del meccanismo di Brout-Englert-Higgs, e che è valsa il Nobel a Peter Higgs e François Englert nel 2013. Una storia di sfide e di successi di cui l’Italia è sempre stata protagonista grazie alla sua comunità scientifica e tecnologica, coordinata dall’INFN.
Attualmente al CERN è operativo il più potente acceleratore di particelle al mondo, il Large Hadron Collider (LHC), e si sta già preparando il suo futuro: il progetto High Luminosity LHC, previsto entrare in funzione nel 2029. Ma la comunità scientifica del CERN sta già guardando oltre LHC, e lavorando allo studio di progetto della futura macchina acceleratrice che dovrà raccoglierne il testimone: il Future Circular Collider. D’altro canto, per fare fisica fondamentale bisogna avere visione e anche essere un po’ visionari, insomma, ispirare il futuro. Proprio come fece Edoardo Amaldi settant’anni fa.