Il casco integrale dimezza i traumi gravi a volto e testa. Studio Niguarda

Studio degli specialisti dell’ospedale Niguarda di Milano

(foto: Pixabay)

Milano, 29 ottobre 2024 – Indossare il casco sbagliato, durante un incidente stradale, può letteralmente fare la differenza tra il ritorno a una vita normale, una grave disabilità o addirittura la morte. Una differenza enorme, che sarebbe evitabile semplicemente proteggendosi con il casco integrale: secondo uno studio dell’ospedale Niguarda di Milano questo tipo di casco è così efficace da dimezzare sia il numero sia la gravità dei traumi al volto e alla testa.

Il dato è stato raccontato durante l’evento “Non ci casco! La sicurezza stradale spiegata bene”, organizzato proprio da Niguarda per sensibilizzare i ragazzi delle scuole a un uso più consapevole dei dispositivi di protezione.

“I nostri studi – spiega Gabriele Canzi, direttore della Chirurgia Maxillo Facciale dell’ospedale Niguarda di Milano – hanno dimostrato che la faccia è coinvolta in un incidente motociclistico su 5, mentre la testa lo è nel doppio dei casi. Il 40% dei motociclisti subisce traumi facciali che richiedono il ricovero ospedaliero e un intervento chirurgico ricostruttivo; purtroppo, meno di un motociclista su 3 si preoccupa di indossare un casco che protegga efficacemente il viso. Ciò dimostra quanto poco diffusa sia la cultura della sicurezza personale mentre si guida una moto o uno scooter”.

Nel dettaglio, i chirurghi maxillo facciali di Niguarda hanno analizzato i casi relativi a 2.000 vittime di incidenti motociclistici, dimostrando che “l’utilizzo di caschi integrali dimezza la probabilità di subire lesioni al volto rispetto all’utilizzo di semplici caschi ‘aperti’. È dimostrato inoltre che, in caso di lesioni, i caschi integrali dimezzano la gravità dei danni e quindi la probabilità di subire complessi e ripetuti interventi chirurgici. Conseguenze che richiedono molti giorni di ricovero, e soprattutto che possono portare a deficit permanenti e invalidità tali da stravolgere la vita quotidiana”.

Al contrario, usare adeguati sistemi di protezione “aumenta la percentuale di subire solo lesioni lievi, che spesso non richiedono trattamenti e non comportano conseguenze a distanza di tempo”. E ancora, è stato dimostrato che l’uso di caschi aperti protegge in modo insufficiente anche il resto della testa: infatti “aumenta il rischio di subire lesioni cerebrali associate a quelle facciali, che sono la principale causa di mortalità tra i motociclisti più giovani”.

“Il volto è una componente unica delle persone, anche per la sua importanza funzionale e relazionale – commenta Alberto Zoli, direttore generale dell’ospedale Niguarda – Oltre ad essere il punto in cui si concentrano tutti i principali organi di senso, ha una componente importantissima in termini di comunicazione, emozione e socializzazione: in una parola sola, relazione. Niguarda, con il suo Trauma Center, è il centro di riferimento per la gestione di tutti gli eventi traumatici, da quelli lievi fino ai più complessi oltre che, ovviamente, alle maxi-emergenze. Nel nostro Ospedale abbiamo un Trauma Team e una equipe di chirurghi maxillo facciali altamente specializzata nei traumi del volto e della testa, che ogni anno si occupano della più ampia casistica in Regione Lombardia. Oggi vogliamo dimostrare che l’impegno che mettiamo in campo ogni giorno non è solo clinico e organizzativo, ma anche educazionale e di prevenzione: anche per questo abbiamo voluto promuovere un evento dedicato ai ragazzi, affinché siano consapevoli che la prevenzione inizia dalla testa, ovvero dalla semplice scelta di utilizzare il giusto casco”.

Gabriele Canzi è, insieme allo specialista in Chirurgia maxillo facciale dell’Università Milano-Bicocca Giorgio Novelli, l’ideatore di diverse iniziative sulla sicurezza stradale. I due esperti hanno dedicato il loro percorso professionale non solo nel curare i pazienti vittime di incidenti stradali, ma anche nel raccogliere e analizzare i dati derivanti da un’enorme casistica per incentivare la cultura della prevenzione.

Dal loro impegno sono nate negli anni diverse iniziative di sensibilizzazione e divulgazione: tra questi c’è il progetto “Scuole in Moto”, che porta i giovani studenti in ospedale per far incontrare loro i medici, gli sportivi, gli psicologi, le Forze dell’Ordine ed i volontari del soccorso, creando eventi in cui i temi cruciali della sicurezza personale vengono trattati e condivisi col sorriso ed in modo educativo ma divertente.

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