Milano, 28 giugno 2024 – Il Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus (CAMS) ha monitorato le emissioni di incendi boschivi e il conseguente trasporto di fumo nel Circolo Polare Artico durante il mese di giugno 2024.
La maggior parte degli incendi sta divampando nella Repubblica di Sakha, in Russia, dove nell’estate del 2021 si sono verificati incendi di forte intensità. I dati del CAMS Global Fire Assimilation System (GFAS) mostrano che le emissioni di carbonio degli incendi di giugno sono già le terze più alte degli ultimi due decenni, dopo le importanti stagioni degli incendi del 2019 e del 2020.
La regione artica della Repubblica di Sakha ha registrato temperature superficiali dell’aria molto più elevate e condizioni superficiali più secche del solito per il periodo dell’anno, fornendo le condizioni ambientali favorevoli agli incendi boschivi in seguito all’ innesco. Gli scienziati del CAMS hanno monitorato un aumento significativo del potere radiativo totale giornaliero degli incendi (FRP), che indica l’intensità degli incendi, e delle emissioni di fumo in tutta la regione.
Le emissioni totali mensili di carbonio degli incendi boschivi, stimate dal CAMS sulla base delle osservazioni dell’FRP, sono le terze più alte degli ultimi due decenni, con 6.8 megatonnellate di carbonio, dopo i mesi di giugno 2020 e 2019, che hanno registrato rispettivamente 16.3 e 13.8 megatonnellate di carbonio.
Mark Parrington, Senior Scientist CAMS, ha commentato: “Nel monitoraggio delle emissioni di incendi boschivi che effettuiamo al CAMS, prestiamo particolare attenzione alle alte latitudini settentrionali e all’Artico durante i mesi estivi. Le emissioni di incendi nell’Artico sono state a livelli abbastanza tipici nelle ultime tre estati, ma abbiamo osservato che i recenti incendi si sono sviluppati in seguito a condizioni più calde e secche, simili agli incendi diffusi del 2019 e del 2020. È la terza volta dal 2019 che osserviamo incendi artici significativi e abbiamo dimostrato che questa regione nord-orientale dell’Artico ha registrato il maggiore aumento di incendi estremi negli ultimi due decenni”.
I cambiamenti del clima artico sono di grande importanza per tutti, poiché hanno un impatto sul sistema Terra nel suo complesso. In quest’ottica, il CAMS ha collaborato con Arctic Basecamp per tradurre i dati sugli incendi boschivi in un sistema di allerta per eventi climatici degni di nota nell’Artico.
Gail Whiteman, Professore dell’Università di Exeter e Fondatore di Arctic Basecamp, commenta: “L’Artico è il punto di partenza dei cambiamenti climatici e l’aumento degli incendi in Siberia è un chiaro segnale d’allarme del fatto che questo sistema essenziale si sta avvicinando a pericolosi punti di svolta climatici. Ciò che accade nell’Artico non rimane lì: il cambiamento artico amplifica i rischi a livello globale per tutti noi. Questi incendi sono un grido d’allarme che richiede un’azione urgente”.
Oltre agli incendi nell’Artico, il CAMS ha seguito da vicino anche l’intensità e le emissioni degli incendi nelle zone umide del Pantanal, situate in Brasile, Bolivia e Paraguay. Nella provincia brasiliana di Mato Grosso do Sul (dove si trova la maggior parte delle zone umide del Pantanal) il totale giornaliero di FRP è stato significativamente superiore alla media per diverse settimane e le emissioni totali di carbonio per i mesi di maggio e giugno sono più che raddoppiate rispetto ai precedenti valori massimi registrati nel set di dati GFAS nel periodo maggio-giugno 2009. Le emissioni totali stimate per maggio-giugno sono anche le più alte degli ultimi due decenni per Bolivia e Paraguay e le più alte per il Brasile dal 2004.