Roma, 17 febbraio 2021 – Il 25% degli ambulatori di continuità assistenziale (la cosiddetta guardia medica) sono in strutture fatiscenti e insicure. Ma quanto emerge da un controllo dei NAS a livello nazionale per Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-FISMU, “è solo la punta dell’iceberg”.
Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu, è netto: “I NAS hanno fatto bene il loro lavoro, ma questa grave situazione, che potremmo anche definire di illegalità, è tollerata da 30 anni nonostante le ripetute proteste e denunce dei medici e di Fismu, ma le autorità, tutte, hanno fatto finta non vedere”.
“Se si facessero controlli a tappeto – continua – il quadro sarebbe anche più sconfortante e drammatico. Questa è, appunto, la punta dell’iceberg di una storica cattiva gestione di un settore fondamentale per la tutela della salute H24. Aziende sanitarie locali e regioni da un lato, ma anche i diversi ministri che si sono succeduti in questi 30 anni, hanno considerato (quella che una volta si chiamava) la guardia medica, strutture e medici, come un servizio di serie B. E non è un caso che i professionisti della continuità assistenziale siano stati spesso oggetto anche di numerose aggressioni, alcune con esito tragico”.
“La medicina sul territorio – conclude Esposito – è forte se ogni sua componente funziona: oggi non è così per responsabilità delle istituzioni. E per la continuità assistenziale lo ha certificato anche l’indagine dei NAS. Ora basta, il ministro intervenga, convochi i sindacati e avvii una modernizzazione e potenziamento delle strutture e dei servizi.
Il Paese oggi più che mai, in piena emergenza Covid19, ha bisogno, di un’assistenza H24 per i cittadini che mette in rete ambulatori moderni e personale medico fortemente valorizzato”.