Milano, 12 maggio 2020 – Tamponi per tutto il personale e per i pazienti ricoverati. Ad eseguirli è l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), già attivo su questo fronte dal 23 aprile, dopo l’appello lanciato da un gruppo di scienziati il 26 marzo a governo e regioni per impiegare i propri laboratori e competenze per l’aumento del numero di tamponi virali.
L’appello era stato promosso dall’Imperial College di Londra, dalla rete degli Istituti di Ricerca Ricovero e Cura italiani (IRCCS), compreso IEO, e dai principali Istituti di Ricerca Biomedica del Paese.
Diagnosi, mappatura della diffusione del contagio e ricerca della possibile immunità. Questi sono i pilastri indicati dagli scienziati per ridurre i rischi di contagio in attesa di cure e vaccini. Le istituzioni e i cittadini hanno ormai capito che questi saranno gli strumenti più efficaci da affiancare alla riduzione delle misure di contenimento.
Se da una parte Governo e istituzioni si sono dimostrati sensibili alle sollecitazioni dei ricercatori, dall’altra la risposta dei privati non si è fatta attendere, mettendosi a disposizione dei rappresentanti della comunità scientifica italiana e alla loro proposta di un piano d’azione nazionale anti-contagio.
La “Fondazione Europea Guido Venosta, l’uomo contro il cancro” rappresentata dal Presidente Giuseppe Caprotti, affiancato da Francesco Niutta e Nicolò Fontana Rava, si è messa in contatto con i professori Pier Giuseppe Pelicci e Gioacchino Natoli dello IEO, Ruggero De Maria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Emilio Hirsch dell’Università degli Studi di Torino e Paolo Vineis dell’Imperial College di Londra, promotori dell’appello, per capire quale tipo di aiuto fosse necessario.
Il primo passo è il sostegno all’attività del Laboratorio di Ricerca dello IEO, che ha già ottenuto il via libera dalla Regione Lombardia per processare i tamponi. La struttura ha già iniziato ad eseguire i test sui pazienti e personale sanitario di IEO. L’obbiettivo è garantire ai pazienti oncologici la continuazione delle cure in un ambiente a minimo rischio di infezione.
Per proseguire e mantenere nel tempo l’attività di esecuzione dei tamponi diventa fondamentale il sostegno della Fondazione Guido Venosta, che in questa fase iniziale ha messo a disposizione una donazione di 400 mila euro per coprire il fabbisogno di reagenti per l’esecuzione e l’analisi di una prima tranche di 10mila tamponi.
La collaborazione tra IEO e Fondazione Venosta non si ferma all’esecuzione dei tamponi e la messa in sicurezza dei pazienti IEO, ma si estende a un progetto di ricerca scientifica. Insieme al Mount Sinai di New York e l’Università di Pavia, i ricercatori IEO hanno messo a punto un test per la ricerca di anticorpi anti Sars-Cov2, già autorizzato dall’FDA per uso interno e sottomesso alle autorità competenti italiane.
I pazienti e il personale saranno quindi sottoposti anche a test sierologici, in coordinamento con gli studi condotti dall’Istituto Superiore della Sanità e dall’ISTAT, e i dati raccolti saranno utilizzati per stimare la probabilità di reinfezione da Sars-CoV-2 in soggetti con anticorpi, e quindi precedentemente venuti in contatto con il virus. Questo obbiettivo è fondamentale per determinare con minimo margine di errore il grado di protezione dei soggetti precedentemente infettati e la sua durata. Un fattore chiave per il controllo del virus e il tipo di vita che ci aspetta nei prossimi anni.
L’iniziativa IEO sostenuta da Fondazione Venosta, importante per Milano e l’intero Paese, avrà quindi dei risvolti scientifici fondamentali. I laboratori di ricerca IEO avranno una capacità di analisi dei tamponi e sieri che verranno usate per estendere lo studio ad altre strutture che parteciperanno allo studio. I risultati e i dati della ricerca saranno messi a disposizione di tutta la comunità scientifica e delle istituzioni in una logica completamente ‘open source’.
“Mettere in sicurezza il luogo di lavoro ed eseguire un progetto scientifico per determinare la sieroprotezione non sono due attività’ distinte – specificano Pier Giuseppe Pelicci, Direttore della Ricerca IEO e Fabrizio Mastrilli, Direttore Sanitario IEO – Operativamente si basano sul medesimo programma che, se ben disegnato e coordinato, consente di realizzare simultaneamente entrambi gli obiettivi. Noi pensiamo non solo che si possa fare, ma che tutti gli enti e le aziende dovrebbero farlo: proteggere i propri lavoratori e utenti e contemporaneamente contribuire alla conoscenza necessaria per uscire dalla crisi”.
L’obiettivo finale è dunque che questo esempio possa diventare un modello di riferimento per analoghi progetti, un precedente che induca altri laboratori di ricerca ad attivarsi, affiancandosi al lavoro delle istituzioni sanitarie pubbliche.
Milano, con la sua capacità di fare network e l’intraprendenza dei suoi cittadini, può diventare un punto di riferimento per il Paese, come tante volte è già successo in passato.