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Pubblicata su Microbiome la ricostruzione di 497 genomi di 269 nuove specie di batteri
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San Michele all’Adige, 2 aprile 2021 – I ricercatori della Fondazione Edmund Mach in collaborazione con l’Università della Tuscia, il Joint Genome Institute (JGI) e l’Università della California hanno identificato 269 specie di batteri mai caratterizzate prima, in un’area dell’Antartide fino a poco tempo fa considerata sterile. Lo studio, che ha portato alla ricostruzione di 497 genomi batterici, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista di microbiologia Microbiome e potrà fornire informazioni utili sugli effetti dei cambiamenti climatici sui microorganismi sia negli ambienti estremi sia in altre realtà come le Alpi.
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Le comunità microbiche criptoendolitiche sono state rinvenute nelle rocce estratte dalle valli secche di McMurdo, una regione che si estende per 4.800 chilometri quadrati che, a causa della scarsa umidità e della bassa temperatura, rappresenta uno dei deserti più estremi al mondo.
L’Università della Tuscia, che coordina il progetto sulla ricostruzione metagenomica delle comunità endolitiche di Victoria Land ha prelevato i campioni che sono stati raccolti durante la 31 esima spedizione italiana. I campioni a loro volta sono stati sequenziati dal Joint Genome Institute (JGI) mentre FEM con le Unità di biologia computazionale e di entomologia agraria si è occupata della ricostruzione e datazione dei genomi attraverso le analisi bioinformatiche.
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“È stato evidenziato – spiega il bioinformatico FEM Davide Albanese – come molte di queste specie siano frutto di una differenziazione risalente a più di 410 milioni di anni fa (molto prima dell’origine dell’Antartide moderna) e come abbiano trovato nelle presenti condizioni ambientali nuove opportunità per diffondersi e diversificarsi. La loro caratterizzazione ha permesso di identificare i geni che contraddistinguono i batteri antartici dalle specie conosciute più simili, fornendo informazioni utili per quanto riguarda la possibilità di vita al di fuori della Terra”.
Pubblicazione scientifica: http://doi.org/10.1186/s40168-021-01021-0