Forlì, 8 settembre 2020 – L’ictus cerebrale rappresenta nei paesi industrializzati una delle più importanti problematiche sanitarie costituendo la prima causa di invalidità permanente oltre che la terza causa di morte. Trattare l’ictus in maniera precoce ed adeguata è quindi fondamentale per garantire una migliore prognosi al paziente riducendo di conseguenza anche l’impatto socio-economico della malattia.
In Italia, l’incidenza annua stimata sfiora i 200.000 casi, il costo medio dell’assistenza è stato calcolato essere di circa diecimila euro nei primi sei mesi, con un costo medio annuo a carico del Servizio Sanitario Nazionale di ventimila euro oltre ad un costo medio annuo a carico della famiglia e della collettività stimato intorno ai trentamila euro.
A partire dal primo trimestre 2020 l’Ausl Romagna, ha aderito al progetto europeo Angels che viene effettuato presso le stroke unit aziendali. Il progetto, patrocinato dalla European Stroke Organization (ESO) e dalla Italian Stroke Organization (ISO) ha come obiettivo la “formazione degli operatori per migliorare il trattamento dell’ictus, costruendo un percorso condiviso che sia il più virtuoso possibile e che consenta di ridurre i ritardi negli intervalli tra il tempo di arrivo in ospedale e la fase di terapia e ricovero”.
L’iniziativa ha già coinvolto 600 centri nosocomiali in tutta Europa, al fine di realizzare un network di eccellenza europeo nella cura dell’ictus ischemico.
“Angels – spiegano gli organizzatori – è una iniziativa internazionale che mira a costruire una comunità globale di ospedali e di professionisti che lavorano ogni giorno per migliorare la qualità del trattamento dei pazienti con ictus. La mission di Angels è semplice: aumentare il numero di ospedali ‘stroke-ready’ sul territorio e ottimizzare la qualità delle cure in tutte le stroke unit esistenti. Uno dei pilastri del progetto Angels è il monitoraggio di qualità e di fatto Angels partecipa al programma di Quality Improvment della European Stroke Organization, attraverso il sistema ESO Angels Awards. Il riconoscimento ESO Angels vuole onorare e riconoscere gli stroke team che si impegnano quotidianamente per migliorare la qualità del proprio lavoro”.
“La partecipazione al progetto permette ai centri aderenti di poter valutare i propri livelli di efficienza nella cura dell’ictus condividendoli con il resto dell’Europa. Misurare e confrontare sono azioni fondamentali alla base del continuo miglioramento clinico. Dalla valutazione dei tempi del percorso diagnostico terapeutico dei pazienti sottoposti al trattamento trombolitico nell’ospedale di Forlì – spiega il direttore della Unità Operative di Neurologia e Stroke Unit, il dottor Marco Longoni – è risultato che, per il primo trimestre 2020, il reparto forlivese è stato insignito dell’ESO Angel Awards di livello Oro, conseguito in passato solamente da undici centri in Italia”.
“Questo significa – spiega il dottor Longoni – che il centro di Forlì, presenta un livello di qualità nel percorso dello stroke finalizzato alla terapia trombolitica e all’accesso alla stroke unit in armonia con i migliori standard europei. La linea vincente per il futuro sarà continuare a misurarsi e confrontarsi in modo da garantire il mantenimento del livello di qualità acquisito indipendentemente dall’avvicendarsi dei modelli organizzativi conseguenti al continuo cambiamento dello scenario epidemiologico. Inoltre, sarà sempre più necessaria la selezione dei pazienti a livello pre-ospedaliero sulla scorta di indicatori clinici che permettano di collocare nella struttura ospedaliera più adeguata i singoli cittadini affetti da malattia cerebrovascolare. La selezione appropriata del paziente da centralizzare direttamente negli Hub rispetto ai centri Spoke permetterà di evitare perdite di tempo nell’accesso alla cura con conseguente impatto positivo sulla prognosi di malattia. In quest’ottica l’impiego di metodiche di teleassistenza potrebbe essere funzionale in fase pre-ospedaliera contribuendo significativamente alla riduzione dei tempi del percorso stroke, che come sappiamo è patologia in cui il fattore tempo è determinante. L’integrazione dell’equipe insieme a un modello organizzativo funzionale, sono elementi imprescindibili per il raggiungimento di tale risultato”.