Il 40% degli accessi ospedalieri richiedono esami diagnostici di neuroradiologia e il 70% delle risonanze magnetiche sono, ormai, di pertinenza neuroradiologica; è la specialità che più di ogni altra utilizza l’Intelligenza Artificiale mentre gli esiti clinici dello stroke e la cura del dolore vertebrale sono radicalmente migliorati. “Ma il 50% dei 200.000 ictus all’anno in Italia si possono ancora evitare grazie alla prevenzione” afferma il prof. Andrea Rossi, Presidente AINR
Roma, 8 giugno 2022 – L’Associazione Italiana di Neuroradiologia (AINR) si riunisce oggi per avviare il 31° Congresso fino all’11 giugno presso l’Auditorium Antonianum – Centro Congressi di Roma: un’occasione per far conoscere alla cittadinanza una disciplina divenuta sempre più importante nell’equilibrio del SSN degli ultimi decenni e celebrare, dopo il rinvio causa-COVID, il 60° anniversario dalla fondazione nel 1961.
“I problemi neurologici sono all’origine del 40% degli accessi in ospedale e il 70% delle Risonanze Magnetiche è ormai di pertinenza neuroradiologica ma molti pazienti non ci conoscono perché rimaniamo spesso dietro le quinte” spiega Andrea Rossi, Presidente AINR e Direttore della UOC Neuroradiologia IRCCS Istituto Giannina Gaslini di Genova.
Ci sono 60 Unità Operative di Neuroradiologia in Italia e la disciplina è cresciuta progressivamente nell’equilibrio del SSN.
“La Neuroradiologia, oggi, è la disciplina nella quale l’Intelligenza ArtificialeAI è divenuta strumento di supporto quotidiano, ormai parte integrante nelle indagini diagnostiche ospedaliere e che ha cambiato radicalmente, grazie all’integrazione con le nuove tecniche interventistiche, gli esiti nei pazienti con ictus trattati tempestivamente. Questo è il risultato tangibile che si ricava quando si investe con passione nella formazione che salva le vite. Il prossimo obiettivo è cercare di aumentare la durata della Scuola di Specialità in Radiodiagnostica individuando un percorso dedicato per la formazione neuroradiologica in analogia a quanto avviene negli altri paesi europei” sottolinea Andrea Falini Professore Ordinario di Neuroradiologia, Università Vita-Salute San Raffaele, Direttore U.O.C. di Neuroradiologia, IRCCS Ospedale San Raffaele.
Anche per questo il Congresso AINR avrà diverse novità una forte connotazione formativa: percorsi didattici che ogni congressista potrà “disegnare” a seconda delle proprie esigenze e un corso propedeutico di neuroanatomia vascolare e funzionale che si svolge durante la prima giornata subito prima dell’inaugurazione.
Nel 1976 fu fondata la prima Unità Operativa Complessa di Neuroradiologia all’Ospedale Cardarelli di Napoli. Oggi gli universitari sono 50 e i giovani ricercatori (14) sono raddoppiati negli ultimi tre anni. Ricerca, tecnologia e la formazione sono le tre anime indissolubili di una disciplina “che è sempre stata antesignana nell’innovazione. Pensiamo fin dagli anni ‘70 alla TC e poi alla RM; tutte sono nate per lo studio del cervello – aggiunge Alessandro Bozzao, Presidente del Congresso e Professore Ordinario di Neuroradiologia e Responsabile della UOC di Neuroradiologia dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma – La RM funzionale, ad esempio, consente di valutare l’attività della corteccia cerebrale durante una task motoria o di pensiero. La RM con perfusione cerebrale ci consente di caratterizzare molte condizioni patologiche come i tumori cerebrali ma anche le zone di tessuto cerebrale a rischio durante uno stroke ischemico”.
“In Neuroradiologia non esiste una divisione netta tra terapia endovascolare e attività diagnostica. Esse sono anzi estremamente interconnesse – sottolinea il vicepresidente AINR Marcello Longo, già professore ordinario di Neuroradiologia all’Università di Messina – La diagnosi della malattia, infatti, viene effettuata dal diagnosta che fornisce le indicazioni per un efficace trattamento all’interventista. L’esempio perfetto è proprio lo stroke: in questo caso senza atto diagnostico accurato non esiste intervento endovascolare efficace”.
Tuttavia, se l’esito clinico degli stroke è migliorato radicalmente negli ultimi 5 anni grazie ad un nuovo tipo di intervento, la trombectomia meccanica, molto si può ancora fare sul fronte della prevenzione. Tuttora il 50% dei 200.000 stroke che avvengono annualmente in Italia potrebbe essere evitato attraverso controlli periodici della pressione arteriosa, controlli cardiologici, esami del sangue e doppler carotidei, nonché attraverso la rinuncia a fattori di rischio quali il fumo e un l’alcool, conclude Mario Muto, Direttore UOC Neuroradiologia Diagnostica e Terapeutica AO Cardarelli di Napoli.
Cos’è la Neuroradiologia?
È la scienza che, mediante la creazione di immagini, fornisce indicazioni diagnostiche del sistema nervoso centrale utilizzando diverse tecnologie quali la Tomografia Computerizzata, la Risonanza Magnetica, l’ecografia, la radiologia tradizionale e l’angiografia. Oltre a questo, la moderna Neuroradiologia è anche Interventistica, non si limita cioè a formulare la diagnosi ma interviene con metodiche terapeutiche sia per la patologia encefalica che spinale.
In ambito cerebrale in particolare, tecniche neuroradiologiche endovascolari quali l’embolizzazione di aneurismi cerebrali e di malformazioni vascolari e l’angioplastica e il posizionamento di stent per le stenosi dei vasi arteriosi carotidei, hanno caratterizzato la disciplina rendendola indispensabile nel panorama diagnostico e terapeutico delle malattie neurologiche.
Oggi, nella cura dell’ictus in acuto, le procedure neuroradiologiche di trombectomia meccanica endovascolare hanno rivoluzionato il trattamento e hanno un ruolo dominante, condizione che ha reso necessaria la creazione di una rete centri specializzati ove anche il neuroradiologo diagnosta ha un ruolo centrale effettuando la delicata selezione del paziente da sottoporre al trattamento ottimale.
Per tale motivo in alcune regioni italiane l’organizzazione dei centri di neuroradiologia è già regolamentata e pubblicata nella gazzetta ufficiale e deve essere applicate nelle singole regioni.