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Padova, 6 agosto 2020 – Annals of Neurology, la rivista dell’American Neurological Association, ha pubblicato i risultati di una ricerca su una nuova tecnica riabilitativa per i pazienti colpiti da ictus.
Lo studio è stato condotto dal gruppo di Thomas Van Vleet, Senior Scientist di Posit Science in California, in stretta collaborazione con i ricercatori della Harvard Medical School e il gruppo di ricerca di Maurizio Corbetta, Direttore della Clinica Neurologica e del Padova Neuroscience Center (PNC) dell’Università di Padova, e Principal Investigator del VIMM. Allo studio ha partecipato anche Antonio Bisogno, medico specializzando del primo anno della Scuola di Specializzazione in Neurologia dell’Università di Padova.
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Circa un terzo dei pazienti affetti da ictus presenta un deficit dell’attenzione spaziale noto come “eminegligenza”. Il paziente non è in grado di prestare attenzione o rispondere a stimoli che provengano dal lato opposto alla lesione cerebrale. Questo sintomo può persistere per vari anni e comporta un peggior recupero dei deficit motori (associate all’ictus), un alto tasso di disabilità, nonché una scarsa risposta riabilitativa. Non portando attenzione al lato del corpo affetto, questi pazienti tendono a non riconoscere o addirittura negare i sintomi, complicandone ulteriormente il trattamento.
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“Il nostro studio ha sperimentato l’efficacia di una tecnica innovativa di stimolazione visiva digitale che facilita il recupero delle capacità attentive di questi pazienti – spiega il prof. Maurizio Corbetta – In particolare, pazienti affetti da eminegligenza (n=49) sono stati randomizzati in due gruppi in tre diversi ospedali. Il gruppo sperimentale ha eseguito un trattamento al computer in cui il paziente doveva premere un pulsante a uno stimolo visivo, ad esempio un’automobile, ma solo se quell’automobile era diversa da uno stimolo target, ad esempio una 500. Con il passare del tempo la differenza fra lo stimolo e il target diminuiva rendendo l’esercizio più difficile. Questo trattamento eseguito per 30 minuti al giorno per 12 settimane si è rilevato più efficace di un trattamento di controllo costituito da una serie di videogiochi giocati per lo stesso tempo”.
Un esempio dell’esercizio si può visualizzare al sito: https://www.youtube.com/watch?v=14l-iog50tw
La nuova tecnica di stimolazione digitale non solo migliora l’attenzione spaziale ma anche la memoria spaziale, e l’introspezione.
“Un vantaggio importante è che questa forma di riabilitazione si può eseguire a casa, quindi risulta non solo comoda ma anche efficiente per il sistema sanitario. Ci stiamo attrezzando e nei prossimi mesi contiamo di poter fornire questo trattamento in Italia presso la Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova” commenta Corbetta.
La ricerca condotta dal team internazionale è pubblicata sul sito https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ana.25862