Roma, 22 ottobre 2019 – Come garantire funzionalità della struttura cardiochirurgica a favore dei pazienti quando i guerriglieri di Boko Haram stanno per invadere e distruggere la tua città? Il Congresso internazionale di ingegneria clinica ICEHTMC ha attribuito oggi i suoi 13 premi ai migliori lavori pervenuti e presentati durante i lavori in corso a Roma ed il lavoro che ha suscitato più emozione è probabilmente quello di Lionel Djankou, Direttore delle tecnologie sanitarie del St. Elizabeth Catholic General Hospital di Shisong, in Camerun che ha presentato proprio un lavoro sulla “Relocation d’emergenza di un reparto di cardiochirurgia a causa della guerra”, un tema che tocca da vicino la quotidianità drammatica del grande paese dell’Africa centro-occidentale, toccata ormai da un decennio da violenze, migrazioni forzate e insicurezza sociale.
Al congresso ICEHTMC di Roma sono giunte anche queste esperienze, segno di una vastità di problematiche e di soluzioni che gli ingegneri clinici di tutto il mondo si trovano ad affrontare e le dodici aree tematiche in cui sono stati suddivisi i 310 lavori pervenuti e giudicati dai 55 membri della Giuria degli esperti hanno offerto proprio un’immagine concreta di queste esperienze e intuizioni.
Ad aggiudicarsi il primo premio assoluto dell’International Health Tchnology Challenge è stato un lavoro di un gruppo del Campus Bio Medico di Roma con primo autore (e intestataria del premio) Alessia Cecchini, ingegnere clinico romano di 27 anni, insieme ai colleghi Maria Grazia Masselli e Sergio Silvestri.
Il tema presentato nel lavoro premiato da tutti i membri del Comitato scientifico è quello degli indicatori di performance dei servizi di ingegneria clinica (quelli presi in considerazione sono Uptime; MTTR-mean time to repairs; MTBF-mean time between failures; PPM-percentage preventive maintenance; and COSR-cost of service ratio), un progetto specifico del settore professionale che sviluppa indicatori di efficienza ed efficacia della gestione delle tecnologie in ospedale.
I premi ICEHTMC sono andati poi a lavori pervenuti da ogni parte del mondo: all’inglese Emmanuel Akinluyi (capo dell’ingegneria clinica al Guy and St.Thomas hospital di Londra) è andato il premio per uno studio sul supporto tecnico ingegneristico nelle decisioni per la sostituzione di tubi radiogeni, mentre la sudafricana Diana Pholo Moanda (docente di tecnologie sanitarie alla Tshwane University of Technology di Pretoria) è stata premiata per un progetto su metodi e piattaforme di informatica sanitaria per differenziare la raccolta di dati epidemiologici sul territorio tra tubercolosi e lymphoma.
Altri riconoscimenti sono andati a Colin McGrawth (Irlanda), Peter Grainger (Canada), James Wear (Usa), Liam Hacker (Irlanda), Cecilia Ampadu (Ghana), Heribert Metowanou (Benin) per lavori di ambito regolatorio, di training professionale, di ruolo nella gestione dei servizi di comunità sul territorio, di creazione di network per il monitoraggio in remoto di pazienti in aree dell’Africa occidentale.
Tra gli italiani sono stati premiati: Martina Andellini (Ospedale Pediatrico Bambin Gesu) per lo sviluppo di un algoritmo di supporto alla valutazione dei medical devices impiantabili; Rachele Fabbri (Università di Firenze), per un progetto di analisi e archiviazione di dati di pupillometria cromatica; Giulio Iachetti (esperto di azienda di settore) per un progetto di piattaforma di management delle tecnologie per la salute; Immacolata de Rosa (esperto di azienda di settore) per un modello di simulazione di una piattaforma di management dei dati vitali del paziente in ricovero; Giulia Silvestri (esperto di azienda di settore) per il progetto di una app per pazienti con Diabete1; Francesca Pristerà (IanusLab, Calabria) per lo sviluppo di un devices biomeccatronico per l’analisi del movimento di pazienti attraverso un’interfaccia di realtà aumentata; Davide Piaggio (università di Warwick, Uk), che ha progettato un device per tracciare il riflesso fotopupillare con l’uso di smartphone.