I vaccini salvano 3 milioni di vite l’anno. SIMIT: “Abolirli sarebbe da irresponsabili”

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In risposta alle affermazioni del Ministro Salvini sulla presunta inutilità e la possibile dannosità di dieci dei vaccini ‘obbligatori’, la Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali ribadisce la propria posizione più volte riaffermata su basi scientifiche

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Prof. Massimo Galli

Roma, 23 giugno 2018 – Il Presidente della SIMIT – Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali prof. Massimo Galli sottolinea come l’utilità e la sicurezza dei vaccini siano ampiamente riconosciuti su base scientifica e avallata dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità. Le voci contrarie sono basate su fatti e dati scientificamente inconsistenti o del tutto falsi.

“I vaccini obbligatori utilizzati nell’infanzia sono gli stessi usati con identica tempistica e modalità di somministrazione in tutto il mondo – spiega Galli – Gli effetti indesiderati riportati sono meno frequenti di quelli di qualsiasi farmaco e assolutamente inferiori ai benefici individuali e per la società. Coperture vaccinali che garantiscano l’immunità di gregge devono ancora essere consolidate. L’abolizione dell’obbligatorietà prima che questo avvenga e senza aver proceduto ad ampie campagne di educazione vaccinale rivolte alla popolazione è da ritenersi irresponsabile”.

“La vaccinazione rappresenta una delle più importanti scoperte scientifiche nella storia della medicina e ha contribuito in modo fondamentale ad incrementare la speranza di vita – prosegue il prof. Galli – Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la vaccinazione rappresenta lo strumento più efficace per il controllo e l’eliminazione di malattie infettive potenzialmente letali e si stima che sia in grado di prevenire tra 2 e 3 milioni di morti ogni anno”.

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Prof. Massimo Andreoni

“I vaccini sono sicuri – aggiunge il prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT – Qualsiasi vaccino autorizzato viene rigorosamente testato in più fasi prima di essere approvato per l’uso ed è controllato regolarmente una volta che è sul mercato. È bene ricordare che nel mondo sono stati segnalati nel 2017 ben 146.744 casi di morbillo e 81.631 casi nei primi 5 mesi del 2018. Si deve tristemente ricordare che solo in Italia ci sono stati per questa malattia 4 morti nel 2017 e altri 4 in questi primi mesi del 2018”.

Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 (PNPV), recentemente approvato, rappresenta il documento di riferimento in ambito vaccinale; individua gli obiettivi di salute da raggiungere con le vaccinazioni e le relative strategie da attuare.

È dovere delle autorità sanitarie e degli organi d’informazione promuovere l’importanza delle vaccinazioni attraverso un processo di coinvolgimento di tutta la popolazione.

La diffusione di informazioni non corrette ormai sempre più presente in vari ambiti comunicativi ha determinato gravi danni sia per singole persone che per la comunità. Tale disinformazione deve essere contrastata in tutti i modi. La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) sottolinea che tutti gli interventi che riescano ad impedire che l’ignoranza e il pregiudizio di alcune persone possano continuare a creare perplessità nella popolazione su uno strumento, quale è il vaccino, che in questi ultimi anni ha salvato milioni di vite umane, sono necessari e a questo punto non più differibili.

“L’epidemia di morbillo ancora in corso dovrebbe bastare come deterrente a pericolosi rimaneggiamenti delle politiche vaccinali adottate. In un mondo globalizzato, in cui nessuno può dirsi al sicuro da malattie che provengono anche da molto lontano, l’atteggiamento anti vaccinale si paga con un significativo aumento dei rischi individuali e collettivi. Può valere l’esempio recente del caso verificatosi in Lombardia – conclude il prof. Galli – in cui un manager italiano rientrato da un viaggio in oriente in cui aveva contratto il morbillo ha contagiato un’infermiera di un ospedale pubblico, evidentemente non vaccinata, innescando un’epidemia di 43 casi con vari altri episodi secondari in altri ospedali”.

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