Sinergia ormai consolidata tra le U.O. di otorinolaringoiatria di Arezzo e Grosseto, insieme per un corso di formazione completo sull’uso del robot
Arezzo, 28 ottobre 2016 – Si ripete ad Arezzo dopo 4 anni, (il primo era stato fatto a Grosseto), il corso nazionale sulla chirurgia robotica cervico-facciale. Due giorni di formazione intensiva per acquisire in modo organico tutte le possibilità che la robotica offre al trattamento delle varie patologie del distretto cervico-facciale. Il tutto attraverso una fase teorica, esercitazioni al simulatore e in sala operatoria con interventi trasmessi in diretta.
Il corso che vede la partecipazione di 35 medici provenienti da tutta Italia, è frutto della collaborazione tra le due unità operative di otorinolaringoiatria della Asl Toscana Sud Est, dirette da Pier Guido Ciabatti (Arezzo) e Simone Boccuzzi (Grossetto). Coinvolto anche il primario di Rieti dott. Paolo Ruscito.
L’impiego della robotica in questa specialità comprende due tipi principali di applicazioni: la chirurgia robotica trans-orale (TORS), in cui si può intervenire nella regione faringea e laringea, e la chirurgia della regione cervicale e tiroidea per via trans ascellare (RATS).
“Rispetto alla chirurgia mininvasiva – spiega il dott. Ciabatti – il robot ci permette di fare lo svuotamento linfonodale del collo, in seguito alla presenza di neoplasie della faringe, cavo orale, cavità nasali, ghiandole salivari o laringe”.
“Altra particolarità – specifica il dott. Boccuzzi – è che l’intervento chirurgico con il robot non rilascia cicatrici visibili, poiché l’accesso è dall’ascella e non nel collo”.
La chirurgia robotica rappresenta l’ultima frontiera e al contempo una nuova prospettiva di affrontare la chirurgia; consente all’operatore di utilizzare bracci operativi con movimenti nettamente superiori a quelli del polso umano e sotto controllo di immagini amplificate in visione tridimensionale.
Tra Grosseto e Arezzo sono stati effettuati più di 400 interventi con questo tipo di robot. L’innovazione tecnologica e la riduzione delle complicazioni della chirurgia tradizionale fa evidenziare anche un decremento dei costi.
Tutti gli specialisti, sia che si occupino prevalentemente della parte chirurgica o della diagnostica ambulatoriale, dovrebbero essere a conoscenza di questa nuova metodica, per offrire al paziente un quadro completo delle possibilità di soluzione per una determinata patologia di cui è affetto.
fonte: ufficio stampa