I neonati sono attivi fin da subito nell’elaborare gli stimoli ambientali. Lo rivela uno studio dell’Università di Padova

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Padova, 20 novembre 2018 – È stato pubblicato sulla rivista Current Biology lo studio del team internazionale di ricerca della prof.ssa Teresa Farroni del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova dal titolo “Multisensory perception of looming and receding objects in human newborns” in cui si dimostra come i neonati siano dei sofisticati elaboratori del mondo complesso e dinamico che li circonda.

Subito dopo la nascita, i neonati entrano in contatto con un mondo esterno, affollato di nuovi stimoli che li bombardano da diverse posizioni. Una delle prime sfide che i neonati devono affrontare è quella di imparare a riconoscere e integrare quelle informazioni che, attraverso canali sensoriali diversi, comunicano loro la presenza di oggetti in movimento nello spazio che li circonda.

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Prof.ssa Teresa Farroni

Percepire correttamente dunque degli oggetti che si muovono in direzione del proprio corpo, così, come in allontanamento è un aspetto di fondamentale importanza per l’adattamento all’ambiente. Ma qual è il processo di sviluppo di questa abilità così necessaria alla sopravvivenza?

Nello studio del team internazionale di ricerca della prof.ssa Teresa Farroni è stato coinvolto un gruppo di neonati a cui sono stati presentati contemporaneamente due video: in questi ultimi si vedevano degli oggetti che si avvicinavano o si allontanavano visivamente. Contemporaneamente, il neonato sentiva dei suoni che potevano simulare l’avvicinamento o l’allontanamento dell’oggetto stesso attraverso la variazione di intensità sonora.

Dei due video, tuttavia, solo in uno di essi il suono simulava la direzione congruente a uno dei due stimoli visivi. Sono stati misurati i tempi di fissazione per ognuno dei due stimoli visivi ed è stato dimostrato che i tempi di fissazione visiva alla nascita sono modulati dalla congruenza multisensoriale di informazioni visive e uditive che specificano il movimento degli oggetti li circondano.

L’esistenza di questa precoce competenza multisensoriale suggerisce quindi che i neonati con poche ore di vita non siano completamente naïve rispetto al contesto audiovisivo che li circonda e sottolinea inoltre che i neonati sono attivi fin da subito nell’elaborare gli stimoli ambientali.

“Le ricerche che stiamo svolgendo nel nostro laboratorio – spiega Teresa Farroni – dimostrano non solo che a partire dalle prime ore di vita i neonati siano in grado di integrare le informazioni sensoriali, ma che addirittura hanno delle ‘aspettative’ su come gli oggetti si muovano intorno a loro. I neonati quindi sono da subito dei sofisticati elaboratori del mondo complesso e dinamico che li circonda”.

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