I medici vanno formati per curare i migranti. Importante una diagnosi precoce per riconoscere possibili patologie infettive

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Al Congresso Nazionale Dermatologi Ospedalieri a Treviso grande adesione per le conferenze dedicate alle malattie dei migranti

visita-medica-uomo-di-coloreTreviso, 18 settembre 2015 – Nessun allarme migranti, ma un allarme medici, che devono sapere come curarli. Arriva dal Congresso Nazionale dei Dermatologi Ospedalieri Italiani, in corso a Treviso, l’allerta medico nei confronti del grande flusso di migranti. Non tanto perché portino malattie ad alto pericolo di contagio, ma per la scarsa confidenza dei medici con il manifestarsi di queste malattie e la mancanza di studi adeguati che aiutino la formazione. I migranti non sono quindi percepiti come un pericolo, ma c’è una obbiettiva difficoltà nel fornire loro le cure necessarie.

C’è una differenza nel modo in cui si manifestano e si curano le malattie, o nella loro incidenza in base alla razza, e si sa poco dello sviluppo nella popolazione africana: spesso queste malattie semplicemente non sono studiate perché a causa della povertà non vengono curate. Questo ha portato alla sottostima di diverse malattie, come nel caso dei tumori. Ci sono casi, come la xerodermia pigmentosa, molto rari in occidente (una persona su un milione) più diffuse in Africa (uno su cinquantamila), o malattie come la sifilide i cui primi sintomi si identificano più a fatica sulla pelle nera.

Spesso i migranti, oltre a malattie precedenti, soffrono anche di patologie dovute al lungo viaggio o alle violenze subite: in questo caso il riconoscimento precoce da parte del dermatologo di lesioni da torture, legature, shock elettrici, spesso poco evidenti, è fondamentale anche per concedere il diritto di asilo.

La migrazione richiede ai medici una nuova formazione per affrontare sintomi e riuscire a cogliere possibili rischi: una diagnosi dermatologica tempestiva può essere invece fondamentale per il riconoscimento precoce di patologie infettive, neoplastiche e spesso sistemiche. Il gran numero di medici che ha affollato gli incontri dedicati a questi temi al congresso in corso, conferma come ci sia estrema consapevolezza di queste nuove necessità.

fonte: ufficio stampa

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