Milano, 29 novembre 2018 – Per festeggiare la nascita della prima Divisione di oncologia italiana, il 30 e 1 dicembre la città di Udine ospiterà il convegno medico intitolato “60 anni di oncologia”. Tante le adesioni all’evento che hanno già portato all’esaurimento di tutti i posti disponibili all’interno dell’Aula Magna dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine.
Il prossimo primo dicembre saranno trascorsi, infatti, esattamente sessant’anni dall’apertura di uno dei primi “Reparti con posti letto“ di Oncologia in Italia avvenuta proprio presso l’Ospedale di Udine. All’epoca la disciplina non era ancora riconosciuta dall’ordinamento: esistevano centri tumori, ma le divisioni con posti letto non erano affatto numerose.
Grandi nomi del panorama medico-scientifico interverranno durante il convegno confermandol’importanza dell’evento. Solo per citarne alcuni: Nino Cartabellotta, Presidente fondazione GIMBE,Silvio Garattini, Presidente Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS,esperti delle Università Bocconi di Milano e Sant’Anna di Pisa, Gianpiero Fasola, responsabile scientifico dell’intera iniziativa e Direttore del Dipartimento di Oncologia presso l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine, e Mario Clerico, Presidente CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri).
Saranno inoltre presenti alcune tra le maggiori figure istituzionali per condividere il loro impegno nella gestione della lotta contro il cancro. Al convegno hanno assicurato, infatti, la loro presenza: Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Alberto De Toni, Rettore dell’Università di Udine, e Riccardo Riccardi, Assessore alla Salute, politiche sociali e disabilità.
Il convegno, nato dalla consapevolezza che la partita contro il cancro è ancora aperta, vuole offrire un’occasione per guardare con occhio critico al passato per capire più facilmente cosa potrà accadere nei prossimi anni. Le innovazioni scientifiche, clinico professionali ed organizzative delle quali l’oncologia medica è stata, è e sarà un “driver” fondamentale, interessando i pazienti, il personale sanitario e le Istituzioni di governo.
Nel corso dell’incontro, tra i tanti temi affrontati, saranno analizzate le promesse nate dalla genetica dei tumori e dai nuovi approcci d’immunoterapia che hanno alimentato le aspettative sia nella comunità scientifica che nei pazienti. La sfida dei prossimi anni sarà portare al letto del paziente tutta l’innovazione di valore migliorando la capacità medica di selezionare. È fondamentale, in questo senso,imparare ad abbandonare le ridondanze nella diagnostica e i trattamenti futili per potersi concentrare maggiormente su ciò che è di valore per il paziente.
“E’ una straordinaria occasione che abbiamo voluto cogliere per fare una riflessione dall’alto su cosa è cambiato in sessant’anni nella sanità, in oncologia e nel più grande ospedale della regione – dichiara Gianpiero Fasola, promotore dell’iniziativa assieme alla Direzione generale dell’Azienda – sono convinto che rileggere la storia “on the shoulders of giants” (o almeno con il loro aiuto) possa consentirci di guardare meglio in prospettiva a quello che possiamo attenderci nei prossimi anni”.
“Tanta acqua sotto i ponti è passata da quando sessant’anni fa è nata la prima divisione dedicata ai pazienti oncologici – aggiunge Mario Clerico, Presidente CIPOMO – E’ giusto, quindi, cogliere queste occasioni per fare il punto sulla situazione di oggi, celebrandone i traguardi raggiunti e condividendo le perplessità per capire meglio insieme quale sarà la direzione migliore da far prendere all’oncologia nel futuro. Punto di partenza indiscusso: mantenere il benessere del paziente al centro della ricerca”.
“I sessant’anni della divisione oncologica a Udine – conclude il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – sono la conferma di quanto ricerca e salute siano legate a doppio filo, rappresentando priorità consolidate che questa Giunta regionale sta rinnovando e potenziando. Riportare la sanità al servizio del cittadino – sottolinea infatti Fedriga – è un primo passo legislativo, così come stiamo lavorando per garantire un futuro ai ricercatori che operano sul nostro territorio”.