Prof. Aldo Venuti, coordinatore dell’Hpv Unit IFO-IRE-ISG di Roma: “L’Hpv non è una patologia di genere, coinvolge diversi organi e apparati. C’è un collegamento sia con i tumori ginecologici femminili che con tutta la patologia maschile”
Roma, 21 marzo 2022 – Conoscere l’Hpv (Human Papilloma Virus), i trattamenti necessari e la prevenzione sia per le donne che per gli uomini che contraggono questo virus, piuttosto frequente nelle aree genitali. L’agenzia Dire ha curato un approfondimento interpellando esperti dell’Hpv Unit degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO), Istituto nazionale Tumori Regina Elena (IRE) e Istituto San Gallicano (ISG) di Roma.
Il prof. Aldo Venuti, coordinatore dell’Hpv Unit IFO-IRE-ISG di Roma e la dott.ssa Alessandra Latini, responsabile unità operativa malattie sessualmente trasmissibili IFO-ISG di Roma hanno risposto su come curarlo e come difendersi, presentando il lavoro della loro unità specialistica.
L’HPV Unit di IFO (Roma)
“Questa struttura – racconta il prof. Venuti – nasce nel 2012 per rispondere a due esigenze: una legata proprio al Papilloma virus, una patologia multiorgano che coinvolge più specialisti e quindi questa unità è stata creata per coordinare il loro lavoro. Inoltre, e la cosa era chiara fin dall’inizio, la presenza di una lesione di diversi organi dava anche informazioni molto frammentate. Dunque altra funzione di questa Hpv Unit era informare l’utente e formare l’operatore sanitario rispetto a questa patologia”.
All’interno della Hpv Unit la dott.ssa Latini ricopre il ruolo di dermatologa e “nell’ambito del San Gallicano – racconta -gestisco la patologia da Papilloma virus dal punto di vista dermatologico. Insieme ai miei collaboratori curiamo tutte le infezioni da Hpv clinicamente rilevabili e siamo anche consulenti per le altre strutture, come ad esempio la ginecologia o l’otorinolaringoiatria, per valutare i pazienti dal punto di vista dermatologico, quindi per una completezza di consulenza sulla patologia da Hpv”.
Le patologie collegate al virus
Alessandra Latini si sofferma sulle principali patologie che vengono trattate nella Hpv Unit e sul numero dei pazienti che vi afferiscono. “La condilomatosi è la patologia più comunemente curata e gestita presso il nostro centro – informa – e rappresenta i tre quarti della nostra attività di servizio di malattia a trasmissione sessuale. Ci occupiamo di oltre 1.500 pazienti all’anno che accedono al nostro servizio, con un sospetto o una patologia già diagnosticata di condilomatosi da trattare. Prendiamo quindi in carico i pazienti fino alla loro guarigione. Ovviamente, dal punto di vista dermatologico gestiamo anche altre infezioni Hpv correlate, come la Papulosi Bowenoide, che rappresenta una precancerosi e che può interessare tutte le mucose e le semi mucose anche dei genitali e che, ovviamente, deve essere diagnosticata e trattata precocemente”.
Uomini e donne, HPV non ha genere
Aldo Venuti tiene a fare chiarezza. “L’Hpv – spiega – non è una patologia di genere, coinvolge diversi organi e apparati. C’è un collegamento sia con i tumori ginecologici femminili che con tutta la patologia maschile che ha descritto la dottoressa Latini, ma anche a livello della cavità orale. In questo caso la patologia, che può sfociare anche in un tumore a livello soprattutto della tonsilla, della cavità orofaringea, è una patologia più appannaggio del maschio che della donna. Quindi l’Hpv non è sicuramente una patologia di genere ma coinvolge tutti i generi”.
Ma perché generalmente l’Hpv si associa al genere femminile e non al genere maschile? “Perché – risponde Venuti – storicamente l’associazione dell’Hpv è stata rilevata in patologie gravi tumorali nella donna, e soprattutto nella donna c’è una storia naturale che è molto ben seguita attraverso lo screening. Quindi, sappiamo perfettamente quali siano le precancerosi e come si possa prevenire con lo screening lo sviluppo del tumore femminile. Nel corso degli studi si è visto che anche il maschio era coinvolto, ma non solo come fonte di contagio, essendo la malattia sessualmente trasmissibile, ma anche per patologie proprie, che sono i tumori a livello anogenitali e i tumori della cavità orofaringea”.
La prevenzione
“Come diceva il prof. Venuti – dichiara la dott.ssa Latini – l’infezione da Hpv è considerata un’infezione da virus oncogeno. In un numero seppur ridotto di casi il Papilloma virus può determinare lo sviluppo di un tumore. Abbiamo l’esempio della cervice uterina, dove sappiamo che il cancro è dovuto ad alcuni tipi di Hpv cosiddetti oncogeni. Sappiamo che è un tumore prevenibile e come con il Pap test, l’Hpv test e la colposcopia sia possibile prevenire questo tipo di tumore”.
“La stessa cosa – prosegue – può succedere nel maschio: abbiamo alcuni tipi di Papilloma virus che possono portare allo sviluppo, modificando le cellule mucose, di tumori del pene e dell’ano, soprattutto in alcune categorie a rischio, come la popolazione dei maschi che fa sesso con i maschi. Quindi, noi abbiamo la possibilità anche in questi pazienti di fare prevenzione, con un Pap test esattamente come nella donna e la possibilità di eseguire una anoscopia in alta risoluzione che ci mette in evidenza lesioni precancerose che possono essere trattate. Possiamo dunque evitare e prevenire il cancro del pene, dell’ano e del retto”.
Un messaggio alla popolazione maschile
“Ricordo – conclude il prof. Venuti – che in Italia la vaccinazione viene effettuata gratuitamente per gli adolescenti al compimento dell’undicesimo anno di età, sia nei maschi che nelle femmine. Il mio messaggio per il maschio adulto è che abbiamo un vaccino sicuro ed efficace. Quindi sicuramente non ti farà male se ti vaccini anche quando sei più grande”.
(fonte: Agenzia Dire)