HIV, una diagnosi su 5 riguarda over50. Raddoppiati i casi di sifilide, in aumento epatite e gonorrea

loghi-icar-2017-simit

Il rischio principale è certamente associato al numero dei partner sessuali, tuttavia si registrano anche infezioni contratte mediante rapporti avvenuti con il partner stabile che non era a conoscenza di avere l’infezione. Dal 12 al 14 giugno la IX edizione di ICAR all’Università di Siena: attesi oltre 800 specialisti

prof-andrea-de-luca

Prof. Andrea De Luca

Siena, 7 giugno 2017 – Il legame tra protezione e infezione è ancora spesso oscuro, sia per i giovani che per gli adulti. Si confonde ancora la difesa dalle infezioni sessualmente trasmesse con il concetto della contraccezione. Ad esempio, la pillola viene erroneamente considerata uno scudo nei confronti delle malattie infettive, specialmente tra i teenager.
Mentre il preservativo, quando utilizzato, spesso è impiegato solo nella fase finale del rapporto. Purtroppo i dati specifici e scientifici sulla questione sono pochi. Ad ogni modo è sempre più chiaro che l’HIV non riguarda una categoria specifica. Si tratta, invece, di un’infezione indipendente dall’orientamento sessuale e, anche, dall’età.

IL CONGRESSO – Se ne parlerà durante la nona edizione di ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research), che si terrà dal 12 al 14 giugno 2017 a Siena. Il congresso, presieduto dai professori Maurizio Zazzi (Siena), Andrea Antinori (Roma) e Andrea De Luca (Siena), si svolgerà presso l’Università degli Studi di Siena – Centro Didattico del Policlinico S. Maria alle Scotte. Attesi 800 specialisti tra medici e ricercatori di vari settori coinvolti nell’assistenza e cura dell’infezione da HIV e volontari delle associazioni impegnate nella lotta contro l’AIDS.

L’obiettivo, in continuità con le passate edizioni, è presentare e discutere le novità in tema di ricerca, prevenzione, diagnosi e cura delle infezioni da HIV e da virus dell’epatite. ICAR è organizzata sotto l’egida della SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali e con il patrocinio di tutte le maggiori società scientifiche di area infettivologica e virologica.

GRADUATORIA DEL RISCHIO – Esiste un gradiente di rischio ben definito per la trasmissione di HIV nei rapporti non protetti, in relazione alla modalità del rapporto.

“I rapporti a maggior rischio – dichiara il prof. De Luca – sono quelli anali recettivi, seguiti dai rapporti vaginali recettivi, quindi quelli anali insertivi, vaginali insertivi ed infine i rapporti orali recettivi. Ho deliberatamente omesso il genere maschile o femminile e ho voluto focalizzare sulla modalità del rapporto che può in parte prescindere dal genere. Questo gradiente e l’entità del rischio può inoltre variare sensibilmente in relazione al contesto in cui il rapporto si svolge: è ovviamente più elevato se avviene nell’ambito di popolazioni ad alto rischio come in alcune grandi metropoli europee o in paesi dell’Africa Sub-sahariana ad elevata endemia”.

INFEZIONI IN AUMENTO – “Quando i rapporti non sono adeguatamente protetti dal preservativo – spiega il prof. Andrea De Luca, Direttore Malattie Infettive Università di Siena – l’incidenza di tutte le infezioni sessualmente trasmesse aumenta. In Italia, negli ultimi anni, abbiamo osservato un raddoppiamento di casi di sifilide, ma sono in aumento anche episodi di gonorrea e di epatiti A e C. Per questo stesso motivo i nuovi casi di infezione da HIV non diminuiscono come potrebbero”.

L’HIV NON HA ETA’ – Assieme all’allungamento della vita media, anche la vita sessualmente attiva si è oggi prolungata. Ciò è dipeso dal miglioramento della salute e dai cambiamenti di stile di vita nonché in parte anche dalla disponibilità di ‘aiuti’ farmacologici. Il rischio principale è certamente associato al numero dei partner sessuali, tuttavia si registrano anche infezioni contratte mediante rapporti avvenuti con il partner stabile che non era a conoscenza di avere l’infezione.

“Oggi si registra un incremento di nuove diagnosi di infezione da HIV in soggetti con più di 50 anni di età – afferma il prof. De Luca – che rappresentano circa il 20% delle nuove diagnosi nei centri clinici ed appartengono ad entrambi i sessi. Fino a 5 anni fa, invece, rappresentavano soltanto il 14%. Un appunto importante: in oltre un caso su due la malattia è stata riscontrata in una fase molto avanzata. Per quanto riguarda gli uomini che fanno sesso con uomini, si è passati da 120 a 190 nuove diagnosi di HIV nell’ultimo quinquennio”.

EPATITI IN AUMENTO – Si sono registrati in Italia, nell’ultimo anno, molti casi di epatite A trasmessa mediante rapporti orali o anali, e diversi studi epidemiologici e scientifici spiegano che è in corso un focolaio epidemico in molti paesi europei. Si ricorda che per l’epatite A esiste un vaccino altamente efficace e molto ben tollerato. Questi focolai sottolineano l’importanza di vaccinare le popolazioni a maggior rischio. Per l’epatite B invece, non si registrano al momento incrementi.

“Per quanto riguarda l’epatite B – conclude il prof. De Luca – un ruolo importante lo ha giocato il vaccino, che ha ridotto drasticamente l’incidenza e la diffusione del virus nel nostro paese. I nati prima del 1980 non sono però stati vaccinati sistematicamente in età pediatrica e, se a rischio, devono esser vaccinati. Per quanto riguarda l’HCV, la prevenzione avviene attraverso la protezione dei rapporti sessuali ed evitando la condivisione delle siringhe tra soggetti farmacodipendenti per via iniettiva. L’eradicazione del virus dell’epatite C tra i pazienti infetti, oggi possibile grazie alla nuove terapie, dovrebbe ulteriormente ridurre la circolazione del virus”.

fonte: ufficio stampa

Salva come PDF
Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. Ricordiamo a tutti i pazienti visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre necessario rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista.

Potrebbe anche interessarti...