Roma, 7 ottobre 2019 – Dopo un decennio di forti impegni per combattere le epidemie di HIV e Tubercolosi, la riduzione dei fondi internazionali e l’improvviso spostamento dell’onere finanziario sui paesi più colpiti rischiano di ribaltare importanti successi ottenuti e causare una ripresa di queste epidemie in diversi paesi. È l’allarme lanciato nel nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF) alla vigilia della conferenza di rifinanziamento del Fondo Globale per la lotta contro Aids, tubercolosi e malaria, a Lione dal 9 al 10 ottobre.
L’obiettivo di eliminare HIV e TB è ancora lontano dall’essere raggiunto: insieme, le due malattie uccidono fino a due milioni di persone ogni anno. Nonostante questo, i fondi allocati per i programmi HIV nel 2018 si sono ridotti – per la prima volta in più di dieci anni – di 1 miliardo di dollari per i paesi a basso e medio reddito, mentre il gap dei fondi per i programmi TB ha raggiunto i 3,5 miliardi di dollari all’anno, stando ai dati delle Nazioni Unite. E mentre si tagliano i fondi internazionali, sempre di più si chiede ai paesi colpiti di finanziare con fondi propri la risposta contro HIV e TB, anche se spesso si tratta di paesi tra i più poveri al mondo.
“L’attuale riduzione dei finanziamenti avviene in un momento cruciale per la risposta all’HIV e alla TB – dichiara la dott.ssa Mit Philips di MSF, una delle autrici del rapporto – Se rischiamo di perdere importanti successi ottenuti in paesi come il Mozambico, c’è un rischio ancora più alto che nei paesi dell’Africa occidentale o centrale, già molto indietro nella risposta all’HIV e TB e senza le risorse sufficienti per compensare la riduzione dei fondi, la situazione possa peggiorare ulteriormente”.
In base a studi realizzati in nove paesi dove MSF gestisce programmi HIV e TB, il rapporto “Burden sharing, not burden shifting (Condividere l’onere, non trasferire l’onere)” documenta come i tagli dei fondi internazionali e le insufficienti risorse nazionali disponibili stiano già causando ampi gap nella diagnosi, prevenzione e trattamento di HIV e TB, provocando l’esaurimento delle scorte di farmaci essenziali e minacciando programmi che coinvolgono persone con bisogni specifici, come popolazioni chiave (uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, persone transgender, lavoratori del sesso, persone che assumono droghe per via endovenosa…), migranti e pazienti HIV in stadio avanzato.
“Ogni giorno le équipe di MSF vedono pazienti soffrire e morire per queste malattie che possono essere trattate – dice il dott. Ruggero Giuliani, vicepresidente di MSF – Il numero di persone sotto trattamento a vita per l’HIV continua ad aumentare, ma i soldi disponibili per supportarle continuano a diminuire. Senza farmaci o servizi di supporto sufficienti, molte persone non iniziano il trattamento in tempo o sono costretti ad abbandonarlo repentinamente. Altre devono attingere ai loro risparmi per pagare i farmaci e continuare il trattamento. L’epidemia da virus HIV può essere tenuta sotto controllo solo se viene garantita una terapia adeguata, ma se il trattamento viene interrotto o non somministrato, l’infezione riprenderà a diffondersi, con un aumento dei contagi, della mortalità, dei fallimenti terapeutici e anche della resistenza ai farmaci, con conseguente aumento del costo delle cure.”
Urge fare i conti con la realtà
Secondo il rapporto di MSF, l’impatto della riduzione dei fondi per l’HIV e la TB è sottostimato e verosimilmente aumenterà, perché i paesi vulnerabili non riescono a compensare il ridotto supporto finanziario esterno. Anche quando c’è la volontà politica di contribuire di più, molti paesi non possono assumersi questa responsabilità nel breve termine.
“Alcuni dei paesi analizzati nel rapporto, come la Repubblica Democratica del Congo, la Guinea e il Mozambico, sono nel pieno di un conflitto o di problemi politici ed economici – spiega la dott.ssa Mit Philips di MSF – Eppure vengono messi sotto pressione perché mobilitino velocemente risorse per l’HIV e la TB, a fronte di budget ridotti e fondi insufficienti dei donatori. Urge fare i conti con la realtà”.
In vista delle sfide economiche e fiscali attuali, gli autori del rapporto chiedono che venga valutata la reale capacità dei paesi di aumentare nel breve termine le risorse destinate alla salute, dato l’impatto della riduzione dei fondi sulla vita delle persone che convivono con HIV e TB e la capacità degli operatori sanitari di prendersi cura di loro.
“Condividere l’onere dei fondi HIV e TB può essere positivo, perché mostra che tutti devono contribuire a un fondo più consistente” dice la dott.sa Philips di MSF. “Ma questo approccio deve adattarsi alla realtà di ogni paese. La condivisione dell’onere non deve diventare uno spostamento dell’onere. Quando le proiezioni sulla capacità di un paese di aumentare le risorse sanitarie si rivelano troppo ottimiste, i programmi sanitari e la vita delle persone sono a rischio”.
“I paesi donatori devono urgentemente ripristinare i finanziamenti per HIV e TB e adattare il loro approccio alle sfide che i paesi devono affrontare, oggi e negli anni a venire – dice il dott. Ruggero Giuliani di MSF – In caso contrario i successi del passato verranno compromessi e potrebbe verificarsi una ripresa epidemiologica che costerà molte vite. La conferenza di rifinanziamento del Fondo Globale deve essere un momento cruciale nel mobilitare le risorse necessarie a impedire che la risposta a queste malattie finisca ancora più fuori strada. Anche l’Italia, che pure quest’anno ha aumentato il proprio impegno finanziario per il Fondo Globale portandolo a 161 milioni di euro nel prossimo triennio, deve continuare a fare la sua parte e incrementare ulteriormente il proprio contributo nell’immediato futuro”.
L’accesso alle cure per HIV e TB è una delle principali sfide attuali della lotta per l’accesso ai farmaci, di cui MSF celebra quest’anno i 20 anni.