Gotta, l’artrite dei re che colpisce sempre più persone: oggi è un’allerta di salute pubblica
Roma, 15 aprile 2025 – Definita la malattia dei re la gotta è una malattia reumatologica ancora molto diffusa e attuale sebbene nella cultura popolare sia tuttora associata a qualcosa di superato. Documentata già nell’Antico Egitto nel 2640 a.C. e studiata nei secoli da Ippocrate fino ai giorni nostri ha colpito figure di grande rilievo storico e intellettuale – tra cui Alessandro Magno, Cesare Augusto, Enrico VIII, Newton e Darwin – Oggi, tuttavia, non è più un problema riservato alle classi abbienti, bensì una patologia in crescita a livello globale, soprattutto a causa del dilagare dell’obesità e di stili di vita poco salutari.
“La storia della gotta è lunga, affascinante e per molti aspetti misteriosa – afferma il prof. Carlomaurizio Montecucco, Presidente di FIRA (Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia) e ordinario di Reumatologia dell’Università di Pavia al Policlinico San Matteo – Se un tempo colpiva principalmente nobili e ricchi, per le loro abitudini alimentari particolarmente ricche di carne oggi questa malattia si è ‘democraticizzata’ e rappresenta una delle forme più comuni di artrite infiammatoria negli adulti che andrebbe diagnosticata in tempo e gestita con maggiore attenzione”.
La gotta è causata dall’accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni, provocando episodi di infiammazione acuta caratterizzati da dolore intenso, gonfiore e arrossamento, spesso localizzati nell’alluce o nelle ginocchia. La malattia ha una base genetica e può essere aggravata da fattori dietetici e dall’uso di alcuni farmaci, come i diuretici.
L’evoluzione della gotta può portare a episodi sempre più frequenti fino a una condizione cronica, con il rischio di danni articolari irreversibili e la formazione di tofi (depositi di cristalli di urato monosodico nel tessuto sottocutaneo e negli organi). Inoltre, l’iperuricemia, ossia livelli elevati di acido urico nel sangue, è associata a patologie come ipertensione, diabete, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari.
“La gotta è l’artrite più acuta che è dato conoscere e la più comune tra gli adulti, soprattutto nei maschi sopra i 40 anni. La sua incidenza è in aumento anche in Italia, come nel resto del mondo – sottolinea il prof. Montecucco – Fortunatamente, oggi disponiamo di farmaci efficaci sia per il controllo degli attacchi acuti che per la riduzione dei livelli di acido urico, permettendo un trattamento mirato e a lungo termine”.
Il trattamento della gotta si basa sull’uso di antinfiammatori e colchicina per gli episodi acuti, mentre per la gestione cronica vengono impiegati farmaci ipouricemizzanti. Tuttavia, è fondamentale un approccio terapeutico personalizzato, poiché l’abbassamento dei livelli di uricemia può inizialmente aumentare la frequenza degli attacchi.
Accanto alla terapia farmacologica, è essenziale adottare uno stile di vita sano, con un’alimentazione bilanciata povera di purine (contenute in carne rossa, insaccati, alcolici, birra e bevande zuccherate), mantenere un peso adeguato ed evitare il consumo eccessivo di alcol.
“La gotta non è solo una malattia dolorosa, ma può avere gravi conseguenze sulla qualità di vita e sulla salute generale. È fondamentale sensibilizzare la popolazione e promuovere diagnosi tempestive per una gestione ottimale della malattia”, conclude il prof. Montecucco.