Glaucoma, nuove strategie neuroprotettive mirate

Nei pazienti con glaucoma, i mitocondri, le “centrali energetiche” delle cellule, producono sempre meno energia causando una riduzione delle risorse necessarie alla sopravvivenza delle cellule ganglionari retiniche, le cellule bersaglio della malattia. Oggi sappiamo che proteggere la salute mitocondriale è la chiave per rallentare questo processo. Guardare al glaucoma come una malattia neurodegenerativa significa aprire nuove strade nella prevenzione e nel trattamento, affiancando alla riduzione della pressione intraoculare la protezione diretta del nervo ottico

Roma, 10 marzo 2025 – Non è solo un problema di pressione oculare. Il glaucoma è una malattia neurodegenerativa, che priva progressivamente l’occhio della sua energia vitale, spegnendo una luce dopo l’altra fino all’oscurità. Non colpisce solo la vista, ma il sistema nervoso stesso, come accade nelle malattie neurodegenerative.

Riflettori puntati su questa patologia dal 9 al 15 marzo in occasione della Settimana mondiale del glaucoma che quest’anno ha come tema “Uniti per un mondo senza glaucoma” con l’obiettivo di riunire le comunità di tutto il mondo per combattere insieme la cecità causata da questa patologia. In Italia il glaucoma, che rappresenta la prima causa di cecità irreversibile, colpisce un milione di persone, ma circa la metà non ne è consapevole.

Studi recenti hanno confermato che il glaucoma non è solo una patologia della pressione intraoculare, ma una vera neurodegenerazione che segue le orme dell’Alzheimer e del Parkinson. Al centro della progressiva perdita di cellule ganglionari retiniche c’è un colpevole fino ad alcuni anni fa sconosciuto, ed oggi spesso trascurato: la disfunzione mitocondriale. Un tema che sarà oggetto il prossimo 14 marzo di una relazione dal titolo “Piruvato e mitocondrio: strategie metaboliche per contrastare la neurodegenerazione” nell’ambito del Congresso dell’Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma (AISG) che si svolgerà a Genova dal 13 al 15 marzo.

“Il glaucoma è una patologia del nervo ottico associato ad un aumento della pressione oculare – spiega Matteo Sacchi, professore associato di Oftalmologia, responsabile del Centro Glaucoma UOC di Oftalmologia, Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari – Oggi il glaucoma è considerato una patologia mitocondriale, poiché colpisce direttamente le centrali energetiche delle cellule. I mitocondri producono l’energia necessaria per il funzionamento cellulare e, tra tutte le cellule del corpo, quelle ganglionari della retina – che compongono il nervo ottico – ne possiedono la maggiore concentrazione, persino più di quelle del cuore e del cervello. Questo ci fa comprendere quanto il nervo ottico sia un tessuto ad altissimo consumo energetico e quanto dipenda dai mitocondri per la propria funzione e sopravvivenza”.

Prof. Matteo Sacchi

Quando i mitocondri diventano disfunzionali, come accade nel glaucoma, la produzione di energia si riduce di oltre il 30% e, invece di supportare la cellula, generano radicali liberi, causando stress ossidativo e tossicità. Il risultato è un lento avvelenamento delle cellule ganglionari, che non riuscendo più a sopravvivere, muoiono in un processo simile a quello che avviene nelle malattie neurodegenerative. È un assedio invisibile alla funzione visiva: il danno si accumula silenziosamente fino a quando la percezione si offusca, i contorni si dissolvono e la visione scompare.

“Recenti studi – prosegue il prof. Sacchi – hanno dimostrato che esiste una correlazione fra glaucoma, progressione della malattia e ridotta funzione respiratoria cellulare. Questa evidenza supporta la necessità di agire con un’azione booster a livello mitocondriale”.

Mentre fino a poco fa l’unico approccio terapeutico per il glaucoma consisteva nel ridurre la pressione intraoculare, adesso il mitocondrio è diventato un target terapeutico con trattamenti che mirano a preservarne la funzione. Tra le nuove soluzioni oggi disponibili c’è un tris di molecole (piruvato, nicotinamide, coenzima Q10) in grado di migliorare la funzione energetica mitocondriale e proteggere il mitocondrio dalla neurodegenerazione.

“Queste tre molecole agiscono sinergicamente per stimolare la funzione mitocondriale, aumentando la produzione di energia e proteggendo le cellule ganglionari retiniche dallo stress ossidativo e dall’apoptosi”, spiega Luca Agnifili, professore associato e responsabile del Centro regionale dei glaucomi presso l’Università G. d’Annunzio Chieti-Pescara. Le tre molecole agiscono con meccanismi diversi, ma con lo stesso obiettivo: ottimizzare la produzione di energia mitocondriale, ridurre l’ossidazione cellulare e limitare la morte programmata delle cellule (apoptosi).

“Il Coenzima Q10 – prosegue Agnifili, a cui è affidata la relazione su questi temi al Congresso AISG – è un “facchino” che trasporta gli elettroni attraverso la parete del mitocondrio, stimolando la produzione di ATP, la molecola energetica essenziale per tutte le funzioni cellulari, inclusa l’attività neuronale. La nicotinamide aumenta la produzione di NAD+, definita come “molecola della giovinezza” mediante la stimolazione del ciclo di Krebs, processo metabolico fondamentale che avviene nel cuore dei mitocondri e che permette di trasformare i nutrienti in energia. Il NAD+, in maniera diversa rispetto al coenzima Q10, rende molto efficiente la produzione dei mattoni dell’energia, ovvero gli ATP. Fondamentale, infine, anche il ruolo del piruvato, vera novità tra i booster mitocondriali: derivato dal glucosio, entra nei mitocondri e alimenta direttamente il ciclo di Krebs fornendo carburante”.

L’efficacia potenziale di tali composti è stata dimostrata in importanti studi clinici randomizzati, pubblicati su prestigiose riviste internazionali. In tali studi si è dimostrato come la combinazione di nicotinamide e piruvato ad elevati dosaggi determini un significativo miglioramento della funzione visiva a breve termine, confermando sull’uomo i risultati di recenti ricerche sperimentali, che suggerivano un ruolo primario di questi agenti nella neuroprotezione del danno da glaucoma.

“Proprio alla luce di queste evidenze scientifiche – aggiunge Agnifili – oggi è necessario un approccio multifattoriale alla malattia che includa, accanto alla riduzione della pressione intraoculare, l’adozione di strategie neuroprotettive mirate, ovvero capaci di agire alla radice del problema: la disfunzione mitocondriale. Numerosi neuroprotettori sono stati studiati e sono oggi disponibili, ma probabilmente quelli che supportano direttamente la funzione mitocondriale saranno i migliori candidati per una protezione efficace delle cellule ganglionari retiniche, qualora le iniziali evidenze siano confermate dai numerosi trials clinici in itinere. La neuroprotezione è consigliata in tutti gli stadi del glaucoma, ma risulta molto più efficace se iniziata precocemente”.

Potrebbero interessarti anche...