Roma, 16 marzo 2020 – Il glaucoma infantile, che può presentarsi alla nascita o nei primi anni del bambino, causando danni irreversibili alla vista, è considerato una patologia rara. Può colpire, infatti, 1 neonato su 30.000.
Il glaucoma, in alcuni casi, è diagnosticato direttamente dal pediatra, ma generalmente sono i genitori per primi a percepire alcuni sintomi. Di quest’ultimi e della diagnosi ne abbiamo parlato con Luciano Quaranta, direttore delle Clinica oculistica Universitaria – ospedale San Matteo di Pavia
“Lacrimazione, fotofobia (intolleranza alla luce diretta) e blefarospasmo (chiusura serrata delle palpebre legata al dolore oculare) sono i primi segni di una possibile glaucoma” afferma Luciano Quaranta e aggiunge che “è necessario che il pediatra o l’oculista invii immediatamente il bambino dallo specialista”.
“Nel glaucoma pediatrico la tempestività della cura è correlata alla prognosi – spiega il primario oculista del San Matteo di Pavia – Nei casi più eclatanti, come quello della cornea e bulbo di grandi dimensioni (cosiddetto buftalmo), la diagnosi è relativamente semplice, tuttavia – precisa Luciano Quaranta – c’è ancora un ritardo diagnostico legato a segni più sfumati nelle forme a insorgenza non contale ma dopo i 30/40 giorni di vita”.
L’esperto conclude sottolineando che, vista la complessità della malattia, il trattamento può essere eseguito in maniera efficace solo in centri ad altissima specialità.