Trieste, 11 maggio 2020 – “L’emergenza Covid-19 ha certamente influito sulle attività del Centro ma sono partite delle iniziative che prevedono l’utilizzo delle tecnologie: protocolli di trattamento con metodiche comportamentali utilizzando smartphone e videochiamate, visite in telemedicina, piuttosto che programmi di disintossicazione che prevedano terapie domiciliare in sostituzione al day hospital o al ricovero”, dice la dott.ssa Licia Grazzi, responsabile Centro Cefalee della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico ‘Carlo Besta’.
“Stiamo impegnandoci attivamente perché i nostri pazienti possano essere comunque seguiti anche nella situazione di emergenza e per dare loro il massimo della assistenza possibile. Le attività hanno al momento subito un rallentamento ma speriamo di poter tornare presto alla normalità, questa situazione drammatica però ci ha insegnato che possiamo trovare soluzioni che ci permettano di stare a supportare i nostri pazienti anche nei momenti più critici”.
La Giornata Nazionale della Cefalea si propone di avvicinare i pazienti che soffrono di questa condizione di dolore cosi significativa dal punto di vista della incidenza sociale ma talvolta cosi sottostimata dal punto di vista di costi e sofferenza.
“La consuetudine vuole che i pazienti siano invitati a questa giornata dove possono esaminare, insieme agli operatori del settore e ai medici del centro cefalea in modalità di discussione interattiva le varie tematiche connesse al problema della emicrania e illustrare anche i progressi dal punto di vista della ricerca e delle terapie più innovative. Quest’anno, data l’emergenza Covid, ci troviamo in una situazione particolare che ostacola la nostra mobilità e la possibilità di organizzare meeting o riunioni. Per questo cercheremo di supplire utilizzando aspetti più tecnologici che possano fare arrivare le informazioni sulle nuove terapie e sui nuovi approcci”, dichiara Grazzi.
“Per quanto concerne le cure, ci sono terapie innovative ovvero gli anticorpi monoclonali che sono incoraggianti, difatti i risultati degli studi clinici hanno confermato l’efficacia degli anticorpi monoclonali e la loro sicurezza. In particolare uno degli anticorpi studiati è ora acquistabile nelle farmacie con la prescrizione del neurologo. I criteri per la rimborsabilità del farmaco e degli altri due anticorpi che saranno in commercio sono ancora in discussione e ci auguriamo che si possa giungere ad una definizione. Certamente la drammatica e attuale situazione sanitaria creatasi in seguito alla emergenza Covid-19 potrebbe far allungare i tempi, ma ormai gli studi sono completati da tempo e speriamo di poter dare notizie positive. Peraltro la sicurezza di tali terapie ha fatto sì che anche le fasce di pazienti più giovani possano accedere a questi trattamenti e proprio in questi mesi sono stati organizzati studi clinici specifici rivolti ai pazienti in età pediatrico giovanile. Il Centro Cefalee all’Istituto Besta è coinvolto in questi studi recentemente iniziati nonostante le difficoltà del momento”.
L’attività clinica e di ricerca applicata alla clinica condotta al Centro Cefalee dell’Istituto Besta si sviluppa grazie a numerose collaborazioni con centri per la cura e la diagnosi delle cefalee e con dipartimenti di psicologia e medicina comportamentale sia in Italia che all’estero ed in particolare negli Stati Uniti.
“L’esperienza negli anni in questo ambito, ha consentito di confermare l’efficacia dei trattamenti di tipo comportamentale, quali biofeedback, relaxation training e infine mindfulness, e ACT (Acceptance Commitment Therapy) nel trattamento del dolore e delle cefalee – prosegue Grazzi – Studi specifici e trials vengono realizzati per valutare possibilità terapeutiche innovative quali: impiego di Tossina Botulinica per le emicranie croniche, (possibilità terapeutica di provata efficacia e molto ben tollerata dai pazienti); i nuovi interventi con anticorpi monoclonali che sembrano molto efficaci e sicuri, stando ai risultati preliminari dei trials che si stanno effettuando e infine le modalità di neurostimolazione, da quelle invasive alle attuali tecniche non invasive; queste ultime in particolare contribuiscono significativamente al trattamento di alcune forme di cefalea primaria, sono prive di effetti collaterali e candidabili per pazienti più ‘sensibili’ o più a rischio: pazienti in età pediatrico giovanile, pazienti in gravidanza, pazienti che hanno patologie concomitanti con controindicazioni all’uso dei farmaci antiemicranici”.
“La presa in carico del paziente è indispensabile per alleviare la sofferenza e il dolore, in particolare del dolore emicranico: tale compito può essere svolto con metodi alternativi o complementari all’uso dei farmaci; tali metodi possono supportare il paziente nel processo di recupero, aiutandolo a gestire e migliorare le sue abilità di trattare il dolore, senza farmaci o comunque ricorrendo ai farmaci sempre meno, migliorando la sua qualità di vita. In questo senso le attività con applicazione di pratiche come la Mindfulness vengono ora inserite in programmi di terapia per pazienti con forme emicraniche croniche, con abuso di farmaci, e per i pazienti più giovani affetti da questa patologia, di grande impatto sociale ed economico”. conclude la dott.ssa Grazzi.