Roma, 10 novembre 2021 – Le cure palliative rappresentano la medicina che accompagna, quando non c’è più possibilità di guarigione; e sono preziose perché rivestono i giorni di qualità, quando non si può più garantire il dono del tempo.
E sono tante le novità che si profilano all’orizzonte in questo campo. Per questo, in occasione della Giornata Nazionale 2021, il servizio di Cure Palliative Intraospedaliere della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS ha organizzato un convegno per fare il punto della situazione e delineare le linee di tendenza future.
Tutto è partito dalla legge 38 del 2010, la legge quadro sulle cure palliative, quella che ha sancito il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Cure palliative per qualunque età e per ogni tipo di patologia evolutiva oncologica e non. Da allora già tanto è stato fatto, almeno in alcune realtà come quella del Policlinico Gemelli.
“Questo evento – afferma il dott. Christian Barillaro, Direttore della UOC Cure Palliative e Centrale di Continuità Assistenziale, Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – rappresenta il punto di partenza e allo stesso tempo la sintesi di quello che abbiamo costruito in questi anni e dell’impegno della Fondazione Gemelli in questo settore. Ma vuole rappresentare anche un ideale trampolino di lancio verso qualcosa di più grande, verso un vero e proprio cambio di marcia nel settore delle cure palliative”.
“Le cure palliative – prosegue Barillaro – sono una vera e propria professione. L’attenzione ai sintomi emergenti nelle fasi avanzate di malattia alla presa in carico globale del paziente e della sua famiglia è una componente essenziale della cura del malato. Per questo le cure palliative sono un continuum, un vero e proprio processo di cura – e non certo la ‘fine delle cure’ – che si estende oltre la morte del paziente, aiutando i familiari a elaborare il lutto. Non ci si improvvisa palliativisti, perché è una vera e propria professione con molti elementi di complessità. È dunque necessaria tanta formazione e tanta attenzione anche ad aspetti non marginali, quali ad esempio il touching (cioè a come si tocca il malato), all’approccio al paziente e alla sua famiglia, al saper dire e al saper fare. Serve la giusta competenza per approcciare questo tipo di pazienti”.
E a riprova di quanto sia forte e impellente il bisogno di formazione in questo settore, a breve, forse già dal prossimo anno, in alcune università italiane verrà istituita la scuola di specializzazione in Medicina e cure palliative, grazie alla legge 77/2020. E il Gemelli si presenta a questo importante appuntamento con un curriculum di cure palliative intra-ospedaliere di tutto rispetto e con una serie di plus.
L’Università Cattolica del Sacro Cuore-Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS ha infatti una lunga tradizione nella formazione dei medici e del personale sanitario in cure palliative. A cominciare dal Master di secondo livello in Alta Formazione e qualificazione in Cure Palliative per Medici Specialisti, istituito nel 2012, seguito dal Master di primo livello in Cure palliative e terapia del dolore per le professioni sanitarie, avviato nel 2013. Più di recente, gli insegnamenti in Cure Palliative sono stati inseriti anche nel Corso Integrato di Oncologia e nel corso di laurea in Medicine & Surgery della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica.
Importanti anche i volumi di attività della Fondazione Policlinico Gemelli. Dal 2016 opera presso il Gemelli un Servizio di Cure Palliative Intraospedaliere, che nell’ultimo anno ha effettuato oltre 1.500 consulenze dedicate.
Un altro plus delle cure palliative offerte dal Policlinico Gemelli è quello della complessità: il servizio si occupa infatti di persone con malattie oncologiche e non, e copre tutte le fasce d’età, dalle cure palliative in utero a quelle dedicate al grande anziano. Un altro skill è rappresentato dall’hospice per le cure palliative perinatali, uno dei pochissimi in Italia.
Fondamentale è anche l’impegno nella ricerca, con progetti dedicati a vari aspetti peculiari ed estesi alla tecno-assistenza e al tele-monitoraggio di pazienti con bisogni di cure palliative, che rappresenta il futuro anche in questo settore.
Due progetti particolari
Il progetto Michaela è un ambulatorio di cure palliative precoci per donne con tumore al seno metastatico, seguite presso il servizio di Senologia del Gemelli. Si tratta di un progetto pilota relativo a un ambulatorio interprofessionale (medico palliativista, psicologo e breast nursing, cioè l’infermiera dedicata) che prende in carico precocemente e affianca la paziente in tutto il suo percorso di malattia, per evitare lo smarrimento assistenziale, attraverso tutti gli snodi del percorso. Attivato lo scorso maggio, ha già preso in carico una ventina di pazienti.
Il progetto CUPIIDO (Cure Palliative Integrate Innovative per Donna Oncologica) è un progetto pilota che partirà il prossimo anno e riguarderà una popolazione di pazienti con carcinoma ovarico platino-resistente, che verranno seguite nel loro percorso di cura con gli strumenti più avanzati della tecno-assistenza (dall’infermiera virtuale, ai dispositivi per l’esame obiettivo a distanza che consentirà ai ginecologi oncologi e al team di cure palliative di monitorarle in maniera continuativa da casa)
“L’impegno concreto da parte della nostra Facoltà di Medicina e chirurgia – afferma il prof. Roberto Bernabei, Ordinario di Medicina Interna e Geriatria dell’Università Cattolica e direttore del Dipartimento Scienze dell’invecchiamento, neurologiche, ortopediche e della testa-collo della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – è l’istituzione della cattedra di Medicina e Cure Palliative con l’auspicio di una successiva scuola di specializzazione. Questo ad adempiere la missione educativa dell’Università Cattolica di aiutare i giovani ad essere protagonisti di un futuro ricco di speranza”.