Torino, 16 novembre 2021 – Il tumore della cervice uterina (collo dell’utero) è una delle patologie che più riflettono le diseguaglianze sociali. Infatti, nelle aree in cui sono attivi programmi organizzati di screening della popolazione, la mortalità ha raggiunto i minimi storici, mentre laddove tali interventi sono sporadici o assenti, il tumore del collo dell’utero giunge a rappresentare la quarta causa di morte per cancro – secondo i dati del 2018 le vittime sono state 300.000 – in donne tra l’altro giovani e nel pieno della propria vita.
Mercoledì 17 novembre ricorre la Giornata mondiale per l’eliminazione del tumore della cervice uterina e in questa occasione la Struttura di Epidemiologia e Screening (CPO) della Città della Salute e della Scienza di Torino, di concerto con l’Ordine dei Medici di Torino, promuove una giornata di sensibilizzazione a favore delle donne più svantaggiate, in collaborazione con il Sermig e l’associazione Camminare Insieme. L’evento si terrà presso la sede dell’Ordine dei Medici a Torino, in Corso Francia 8, dalle ore 10 in avanti.
L’incontro è stato organizzato per sensibilizzare le donne che appartengono ai gruppi svantaggiati, attraverso la mediazione delle associazioni che operano sul territorio a beneficio di queste fasce di popolazione, circa le possibilità di prevenzione del tumore della cervice uterina. L’evento sarà l’occasione per un confronto tra chi gestisce lo screening, i mediatori delle associazioni e le donne beneficiarie dell’iniziativa.
Ampiamente prevenibile e curabile, il cancro della cervice uterina miete il 90% delle sue vittime nei Paesi a medio e basso reddito, dove l’accessibilità alla prevenzione e alla cura è scarsa o del tutto assente. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato una strategia globale per l’eliminazione del tumore del collo dell’utero, che ha l’obiettivo finale di portare la mortalità per questa patologia al di sotto della soglia di 4 ogni 100.000 donne. L’iniziativa si incardina su tre pilastri da raggiungere entro il 2030:
- vaccinazione – target 90% delle ragazze vaccinate in modo completo contro l’HPV entro i 15 anni d’età;
- screening – target 70% delle donne con un test ad alta performance entro i 35 anni d’età e poi ancora una volta entro i 45 anni;
- trattamento – target 90% delle donne con una lesione pre-cancerosa trattate e 90% delle donne con tumore invasivo inviate a intervento e/o terapia.
In Europa sono in atto programmi di sanità pubblica per la lotta al tumore della cervice uterina, pur nelle differenze tra Paesi e Regioni, e questo si riflette sui dati di incidenza e mortalità. In Italia, si stima che in un anno si verifichino circa 1.500 nuovi casi e 700 decessi; in Piemonte, circa 200 nuovi casi e 45 decessi.
I programmi di screening organizzati di popolazione mirano a individuare le lesioni pre-tumorali correlate all’infezione da HPV (papillomavirus umano) eliminandole prima dell’evoluzione in carcinoma, o intercettare precocemente eventuali tumori già presenti: prevedono l’esecuzione di un Pap test ogni 3 anni nelle donne di età compresa fra i 25 e i 29 anni e di un test per la ricerca del DNA di HPV (test HPV) ogni 5 anni nelle donne di età compresa fra i 30 e i 64 anni.
“Questi programmi sono universalistici, gratuiti, con un elevato controllo di qualità e costo-efficaci. È dimostrato che grazie a essi le disuguaglianze di salute, per i tumori di cui si occupano, vengono sensibilmente ridotte” ricorda la dott.ssa Paola Armaroli, epidemiologa del CPO, impegnata nell’organizzazione e nella ricerca scientifica in ambito di screening cervicale.
“La prevenzione delle malattie è elemento fondamentale della sanità pubblica, con vantaggi tangibili per la salute delle comunità e delle singole persone. Si caratterizza tra l’altro per costi molto contenuti rispetto a quelli di gestione delle malattie conclamate con indubbi vantaggi per tutti – sottolinea il dott. Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino – La Giornata mondiale per l’eliminazione del tumore della cervice uterina ci fa riflettere, come già la pandemia da SARS-CoV-2 ci sta ricordando, su quanto sia fondamentale che gli interventi sanitari, compresi quelli di prevenzione, non siano limitati da confini geografici o di altra natura,perché le malattie, che non li riconoscono, li scavalcano. Ci ricorda anche quanto il volontariato medico e il volontariato sociale, capaci di arrivare agli invisibili, concorrano in modo prezioso alla tutela della salute della collettività”.
In Piemonte è attivo il programma Prevenzione Serena, che si rivolge a tutte le donne residenti o domiciliate sul territorio regionale, con una copertura del 99,3%, a cui aderisce il 51,4% delle donne in età indicata per lo screening. Inoltre è in corso dal 2008 una campagna vaccinale contro il virus HPV nelle ragazze che compiono 12 anni. Ad oggi la campagna ha raggiunto una copertura di circa il 70% integrandosi con lo screening.
“Occorre comunque tenere alta la guardia, investendo in prevenzione e ricerca, puntando ad aumentare l’adesione al programma di screening regionale che non solo è efficace e sicuro, ma anche appropriato, in quanto mira a ridurre al minimo gli effetti indesiderati dello screening, come i falsi positivi, la sovra-diagnosi e il sovra-trattamento” precisa Livia Giordano, responsabile del programma Prevenzione Serena per Torino e della struttura di Epidemiologia e Screening della Città della Salute.
È inoltre fondamentale promuovere la partecipazione di quelle donne che per varie condizioni tendono a sfuggire dal sistema di invito allo screening e alla vaccinazione. “Per questo – continua Giordano – abbiamo scelto di dedicare questa giornata al dialogo con le associazioni che si occupano di promuovere la salute dei gruppi vulnerabili e auspichiamo di contribuire a liberare tutte le donne da questa malattia”.
Il CPO collabora da anni con l’associazione di volontariato Camminare Insieme e con il Sermig – Arsenale della Pace, che promuovono l’accoglienza e l’assistenza socio-sanitaria ai gruppi di popolazione vulnerabili (italiani e stranieri, sia residenti che temporaneamente presenti). Questa collaborazione ha l’obiettivo di sensibilizzare e informare queste fasce svantaggiate sulla prevenzione dei tumori e sullo screening e ha permesso di integrare nel circuito di Prevenzione Serena persone che diversamente ne sarebbero rimaste escluse.
In particolare, per la prevenzione del tumore della cervice uterina, sono stati effettuati oltre 500 test di screening presso gli ambulatori delle due associazioni, in seguito a una formazione ad hoc degli operatori. Ciò ha permesso di individuare un numero rilevante di lesioni, anche avanzate, che sono state trattate in modo adeguato. Questa iniziativa ha l’ambizione di estendere la prevenzione a un gruppo di popolazione in costante aumento, producendo vantaggi a livello umano, sociale ed economico.