Roma, 5 marzo 2018 – Il linfedema, patologia che provoca il rigonfiamento degli arti a causa di una mancanza del drenaggio della linfa sotto la pelle, provoca anche dolore e difficoltà a vestirsi e muoversi liberamente.
Una volta era ritenuta una malattia rara, oggi non lo è più. È infatti in aumento e in Italia si stimano circa 40.000 nuovi casi all’anno, una incidenza quasi sovrapponibile a quella del tumore al seno.
Può insorgere in chi soffre di alterazioni del sistema linfatico ma i casi aumentano soprattutto perché interessa dal 20% al 40% dei pazienti sottoposti a terapie oncologiche in cui si rende necessario intervenire con lo svuotamento dei linfonodi ascellari, inguinali e pelvici come per il tumore della mammella, tumori ginecologici, urologici, e melanomi. Così chi combatte con un tumore si trova anche a dover fare i conti con questa forma di invalidità.
Del linfedema si parla ancora molto poco perfino con chi deve sottoporsi a cure oncologiche. Questo significa che i pazienti non vengono educati in modo appropriato sui possibili trattamenti che, se messi in atto in fase iniziale, risultano invece essere più efficaci riducendone i sintomi anche fino al 70%.
Il LymphADay, promossa in Italia dalla Beautiful After Breast Cancer Onlus(BABC), si celebra in molti paesi del mondo ed è nata per sensibilizzare pazienti, medici e media su questa malattia. Domani, martedì 6 marzo, nella Hall del Policlinico A.Gemelli di Roma,alle ore 16.00, gli specialisti faranno il punto sulle nuove opzioni di trattamento che affiancano oggi la fisioterapia, una volta unica opzione per i malati che però vi si devono sottoporre a vita. Associata invece a recenti tecniche di ‘super-microchirurgia’ permette la riduzione del gonfiore e del dolore conseguenti la patologia fino al 70%.
Spiega Marzia Salgarello, Presidente BABC e responsabile del centro per la terapia chirurgica del linfedema della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma: “Si tratta di una patologia cronica, progressiva e debilitante, causata dall’accumulo di linfa sotto la pelle degli arti superiori o inferiori. A causa della mancanza di drenaggio della linfa mani, braccia o gambe diventano progressivamente più gonfi provocando dolore e disagio. Il fenomeno interessa dal 20 al 40% di chi si è sottoposto a cure oncologiche, in particolare chi è stato operato di tumori al seno, ginecologici, urologici e melanoma e ha subito l’asportazione dei linfonodi, ghiandole strategiche per il drenaggio della linfa”.
Ancora oggi succede che chi si deve sottoporre a interventi oncologici dei linfonodi non viene informato della possibile insorgenza del linfedema. Precisa Salgarello: “Affrontare questa patologia il prima possibile, invece, fa la differenza. Una volta che l’arto è gonfio e la patologia stabile con modificazioni patologiche dei tessuti, diventa più difficile da trattare sia con la super-microchirurgia che con la fisioterapia”.
La cosiddetta ‘super-microchirurgia’ permette di drenare di nuovo la linfa e ridurre il gonfiore fino al 70%. Lo attesta la nuova casistica italiana raccolta al Centro per la terapia chirurgica del linfedema del Policlinico Gemelli nei primi due anni di interventi, che sarà presentata al prossimo al congresso della Federazione Europea delle Società di Microchirurgia (EFSM), previsto per maggio 2018. Inoltre questo tipo di intervento migliora complessivamente la qualità della vita dal 50 al 100%, attesta anche una review mondiale pubblicata recentemente su Microsurgery.
La recente tecnica operatoria drenante affianca le classiche terapie fisioterapiche, migliorando i risultati in modo sensibile.
Il LYMPHADAY in Italia è promosso dalla Beautiful After Breast Cancer Onlus e include una giornata di approfondimento sulla cura del linfoedema a cura di esperti, medici e testimonianze di pazienti. L’evento è aperto a tutti coloro che vogliono saperne di più e si svolgerà alle ore 16.00 presso la Hall delPoliclinico A. Gemelli di Roma.