Prof. Giuseppe Ducci, Direttore DSM ASL Roma 1: “Lo stigma non è legato soltanto all’atteggiamento delle singole persone, ma può essere anche istituzionale”
Roma, 10 ottobre 2023 – Lo stigma istituzionale frena, blocca, impedisce lo sviluppo della salute mentale. È questo il tema della giornata di lavori “Stigma e awareness in salute mentale” del Coordinamento nazionale dei Direttori dei DSM italiani in collaborazione con ASL Roma 1 e Motore Sanità, in corso di svolgimento a Roma, in occasione della giornata mondiale per la salute mentale 2023.
“Lo stigma non è legato soltanto all’atteggiamento delle singole persone, ma può essere anche istituzionale”, conferma Giuseppe Ducci, Direttore DSM ASL Roma 1. “Rifiutare i farmaci innovativi ai pazienti psichiatrici perché considerati di ‘serie B’ rispetto ai pazienti oncologici, ad esempio, è espressione dello stigma – spiega il prof. Ducci – diminuire le risorse per la salute mentale perché ‘non importa’, quando invece i maggiori problemi dopo il Covid sono per la salute mentale è stigma; considerare tutte le persone che commettono reati come malati e quindi collocarli in un’area indefinita di devianza tra delinquenza e malattia mentale è stigma”.
Sinergie tra realtà pubbliche e private
“Il lavoro del Dipartimento di Salute Mentale punta a mettere in atto tutte le azioni necessarie per prevenire ogni forma di stigma – aggiunge Mariarosaria Barbera, coordinatrice del Percorso ADP del DSM ASL Roma 1 – Abbiamo sviluppato negli anni un’importante esperienza rivolta a pazienti gravi – il Percorso di assistenza domiciliare che ha in carico attualmente 154 utenti. Questo coniuga due aspetti: da una parte la realizzazione di progetti di sostegno a vivere in casa, ma anche nel contesto di vita (con vicini, negozianti, agenzie del territorio, associazioni, ecc.), al fine di potenziare le reti relazionali e l’inclusione sociale; dall’altra l’importanza del sostegno dei nostri utenti ad esercitare i loro diritti di cittadinanza, accanto all’assunzione di responsabilità. Lo stigma si combatte attraverso una corretta informazione, un lavoro di presenza e di contaminazione all’interno dei quartieri, in un’ottica di potenziamento di sinergie tra le realtà pubbliche e private presenti nel territorio”.
Diritto umano inalienabile
“Oggi parliamo di stigma e contestualmente anche di consapevolezza – sottolinea Daniela Pezzi, già Presidente della Consulta Regionale per la Salute Mentale – Consapevolezza che tra le associazioni è molto ridotta, perché stanno facendo un pericoloso passo all’indietro. È come se avessero rinunciato a rivendicare il loro diritto ad autotutelarsi, a partecipare alle decisioni in tema di politica sanitaria. Ciò non toglie che migliorare la qualità dei servizi di salute mentale sia possibile: difendere la propria mente e il proprio benessere mentale è un diritto umano e universale, a cui non dobbiamo rinunciare. Solo se facciamo squadra possiamo invertire la rotta. A questo proposito, sono molto contenta che il tema della giornata mondiale della salute mentale 2023 venga collocato all’interno del quadro dei diritti umani, visto che la perdita degli stessi sta toccando varie fragilità e varie categorie di persone e che si sta facendo di nuovo un gran calderone, dove ci si butta dentro quello che è considerato il rifiuto”.