Ferrara, 22 marzo 2019 – La tubercolosi costituisce la malattia infettiva più diffusa al mondo, con quasi undici milioni di nuovi casi all’anno associati a circa 1,5 milioni di decessi. In occasione della Giornata Mondiale dedicata alla patologia, in programma il 24 marzo, ne abbiamo parlato con il Direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’ospedale S. Anna di Cona, dott. Marco Libanore.
“La conoscenza della tubercolosi, soprattutto da parte delle nuove generazioni di medici – mette in evidenza Libanore – rimane assai limitata. Per alcuni decenni questa complessa patologia infettiva aveva perso interesse da parte della classe sanitaria per l’importante riduzione dell’incidenza nel nostro Paese che aveva condotto alla chiusura dei Dispensari Antitubercolari sul territorio nazionale. I mutamenti epidemiologici legati all’espansione del fenomeno migratorio, all’incremento delle condizioni di indigenza in alcuni strati della popolazione italiana e l’aumento costante di numerosi fattori rischio, come il diabete mellito e le molteplici condizioni di immunodepressione, compresa l’infezione da HIV, hanno determinato una nuova realtà con la quale la nostra sanità è stata chiamata quotidianamente a confrontarsi e a cercare di dare delle risposte il più efficaci possibili”.
A livello locale, dott. Libanore, come si presenta questa patologia?
“Nella nostra provincia l’incidenza della tubercolosi è leggermente superiore a quella italiana con 8,9 casi x 100.000 abitanti, con netta prevalenza delle forme polmonari (69,1%) rispetto alle extrapolmonari. Negli ultimi 20 anni il numero dei casi di TBC è variato dai 22 del 2015 ai 42 del 2007 e 2010, con una media di 32,5 casi all’anno (vedi tabella). Negli ultimi anni la malattia è risultata più frequente nella popolazione extracomunitaria (70,4%) rispetto a quella italiana (29,6%)” La Sezione di Malattie Infettive oltre ad essere impegnata nella diagnosi, terapia ed assistenza della tubercolosi polmonare ed extrapolmonare, comprese le forme altamente contagiose multifarmacoresistenti e associate all’infezione da HIV, collabora nella gestione oltre che con il Servizio di Microbiologia Clinica di Cona, anche con il Servizio Pneumotisiologico Territoriale ed il Dispensario Funzionale Antitubercolare del Dipartimento di Igiene e Sanità Pubblica dell’ Azienda USL di Ferrara, il Centro Nazionale Pneumotisiologico di III livello dell’Ospedale di Sondalo (So), l’ IRCCS L. Spallanzani di Roma, l’Istituto Regionale per la Cura della Tubercolosi di Villa Marelli di Milano ed il Laboratorio di III Livello per i batteri emergenti dell’ Istituto San Raffaele di Milano”.
Ci parli della gestione di questa malattia
“Le criticità gestionali sono legate alla rapida identificazione, soprattutto delle forme polmonari ad espettorato positivo, per limitare la diffusione comunitaria dell’infezione ed applicare precocemente un adeguato isolamento respiratorio (la nostra Struttura è l’unica, insieme alla sezione universitaria, a livello provinciale, dotata delle stanze a pressione negativa in grado di accogliere questo tipo di patologia contagiosa) e una appropriata terapia antimicrobica risolutiva ai fini della guarigione della malattia tubercolare. Se non vi è garanzia di aderenza e completamento dell’iter terapeutico aumentano infatti i rischi di sviluppo di forme tubercolari resistenti agli antibiotici di principale impiego in questa severa patologia infettiva”.
E in Europa?
“In questo articolato contesto, in alcune realtà come i Paesi dell’Est Europa, le forme multifarmacoresistenti sono divenute un’emergenza pubblica prioritaria per i drammatici risvolti clinico-terapeutici. I nuovi trattamenti ad elevata efficacia clinica, basati sull’impiego in combinazione di farmaci innovativi come bedaquilina e/o delamanid (farmaci già impiegati anche dalla nostra Unità Operativa) hanno contribuito ad incrementare il tasso di risoluzione delle forme tubercolari MDR e XDR”.
Dott. Libanore, in occasione della Giornata mondiale della tubercolosi, qual è il messaggio che vuole lanciare?
“Il riconoscimento precoce della malattia ed il trattamento adeguato ed appropriato rimangono i cardini fondamentali per la prevenzione della diffusione della malattia tubercolare ed il contenimento delle forme di resistenza”.