Ginevra, 23 marzo 2022 – In occasione della Giornata Mondiale contro la Tubercolosi fissata per il prossimo 24 marzo, il Global Fund lancia un appello al mondo perché riaccenda la lotta per porre fine alla tubercolosi (TBC) entro il 2030. La pandemia da Covid-19 ha sconvolto anni di progressi nella lotta contro la tubercolosi. I decessi causati da questa patologia sono ritornati a crescere per la prima volta da oltre 10 anni, alimentati da un nuovo picco di casi non diagnosticati e non trattati.
“Se non intensifichiamo la lotta contro la tubercolosi, dovremo rinunciare all’obiettivo di porre fine entro il 2030 alla patologia come minaccia per la salute pubblica – ha detto Peter Sands, Direttore esecutivo del Global Fund – Dobbiamo fare tutto il possibile per diagnosticare rapidamente le persone e per intervenire con il trattamento adeguato. La tubercolosi è una patologia letale ed è la malattia infettiva che provoca il maggior numero di decessi dopo il Covid-19”.
I programmi legati alla lotta contro la tubercolosi hanno contribuito alla risposta al Covid-19
In molti Paesi, il Covid-19 ha sopraffatto i sistemi sanitari locali e i vari lockdown hanno interrotto l’erogazione di servizi. Come conseguenza, molte delle risorse essenziali che erano destinate alla lotta contro HIV, tubercolosi e malaria sono state reindirizzate alla lotta contro la nuova pandemia in corso.
Tuttavia, decenni di sforzi nella lotta contro la tubercolosi non sono stati vani. Grazie alle ulteriori risorse messe in campo, i Paesi sono riusciti a sfruttare al meglio gli asset acquisiti durante la lotta contro la tubercolosi per fare fronte al Covid-19. Operatori sociosanitari, laboratori, attrezzature diagnostiche, sistemi di sorveglianza della malattia e gli investimenti stanziati negli anni per la lotta alla tubercolosi sono stati d’aiuto nella risposta alla nuova pandemia.
Inoltre, la collaborazione con il Global Fund ha permesso di arrivare al roll-out di test bidirezionali, grazie a cui i pazienti vengono sottoposti contemporaneamente a screening e test per tubercolosi e Covid-19. In futuro, è possibile che questo approccio possa essere esteso anche ad altre patologie.
“Gli operatori sociosanitari rappresentano la nostra prima linea di difesa grazie alle attività di rilevamento e cura delle patologie, sia che si parli di Covid-19, tubercolosi, HIV o malaria – ha dichiarato il dott. Eliud Wandwalo, responsabile dei programmi per la lotta alla tubercolosi del Global Fund – Sono persone che godono della piena fiducia della comunità e durante la pandemia da Covid-19 abbiamo potuto toccare con mano quanto queste figure rivestano un ruolo cruciale.”
Tubercolosi farmaco-resistente
Nella maggior parte dei casi, la tubercolosi è una patologia curabile e da cui si può guarire. Tuttavia, la terapia standard contro questa malattia richiede fino a sei mesi di cure farmacologiche che possono causare nausea, vomito e dolori allo stomaco. La durata della terapia e gli effetti indesiderati inducono alcuni pazienti a interromperla portando in alcuni casi a una farmaco-resistenza, ossia quando i batteri responsabili della tubercolosi diventano resistenti ad almeno uno dei principali farmaci utilizzati.
La tubercolosi farmaco-resistente si inserisce nel contesto delle crescenti sfide contro i superbatteri resistenti agli antimicrobici che non rispondono ai farmaci in uso e che determinano un duplice effetto: da una parte, si riducono le opzioni di trattamento per il paziente e dall’altra aumenta il tasso di mortalità delle patologie che normalmente sarebbero curabili, tra cui la stessa tubercolosi. A livello mondiale, i casi di tubercolosi farmaco-resistente rappresentano un terzo dei decessi da resistenza antimicrobica.
Come conseguenza delle scarse risorse a disposizione per la lotta alla tubercolosi durante il periodo pandemico, tra il 2019 e il 2020, nei Paesi in cui investe il Global Fund, il numero di pazienti sotto trattamento per tubercolosi farmaco-resistente è pericolosamente calato del 19%; il numero di pazienti sotto trattamento per tubercolosi multi-resistente ha fatto registrare un crollo ancora più marcato, arrivando al 37%; infine, il numero di pazienti positivi all’HIV e i malati di tubercolosi sotto trattamento concomitante di antiretrovirali e terapia per la tubercolosi è calato del 16%. In termini assoluti, nel 2020, nei Paesi in cui opera il Global Fund, sono stati curati circa un milione di pazienti malati di tubercolosi in meno rispetto al 2019.
Il Global Fund rappresenta la maggiore fonte di finanziamento esterna per la ricerca e la lotta contro la tubercolosi farmaco-resistente per i Paesi a medio e basso reddito. Inoltre, grazie alle collaborazioni con diversi partner, lavora per promuovere l’introduzione di nuovi farmaci che garantiscano cure migliori e più rapide. Negli ultimi sei anni, l’entità dei finanziamenti mirati alla tubercolosi farmaco-resistente da parte del Global Fund è più che triplicata.
Una risposta rapida alla lotta contro la tubercolosi in Ucraina
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2020, sono 30 i Paesi che rappresentano l’86% dei nuovi casi di tubercolosi nel mondo. Otto di questi Paesi sono responsabili dei due terzi dei casi totali: tra questi, troviamo in testa l’India, seguita poi da Cina, Indonesia, Filippine, Pakistan, Nigeria, Bangladesh e Sud Africa. In Europa, l’Ucraina è uno dei Paesi con la maggiore incidenza di casi.
Questa patologia era già riemersa come minaccia per salute pubblica negli anni ‘90. Secondo l’OMS, anche se i nuovi casi sono sensibilmente calati negli ultimi 15 anni, nel Paese il tasso di prevalenza e i casi di decesso da tubercolosi rimangono elevati. Inoltre, in Ucraina, la tubercolosi farmaco-resistente resta una delle principali minacce alla salute pubblica. Negli ultimi vent’anni, il Global Fund ha investito nel Paese oltre 850 milioni di dollari in programmi di test, prevenzione e trattamento per HIV e TBC, oltre che per la lotta al Covid-19.
“Siamo estremamente preoccupati per la salute delle persone trattate per HIV e tubercolosi in Ucraina che si trovano a fuggire da una guerra in condizioni estremamente stressanti – ha dichiarato Sands – Il Global Fund è all’opera per sbloccare velocemente 15 milioni di dollari in fondi di emergenza e sta lavorando con i propri partner in Ucraina e nei Paesi vicini per garantire ai pazienti sotto trattamento continuità terapeutica e tutto il supporto necessario”.