Ferrara, 13 settembre 2024 – Questi giorni offrono l’occasione per approfondire il tema di una patologia molta diffusa e di cui non si parla molto: la sepsi. Venerdì 13 settembre è la giornata mondiale per la lotta alla patologia (World Sepsis Day).
Per sepsi si intende una grave risposta sistemica dell’organismo a un’infezione solitamente batterica, associata alla disfunzione di uno o più organi e può arrivare a comprometterne la funzionalità; diventa shock settico quando a questa condizione si associa un importante calo della pressione arteriosa e il coinvolgimento degli organi vitali è più marcato.
“L’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Ospedaliera del S. Anna – commenta il dott. Milo Vason, dirigente medico del reparto – è particolarmente attenta alla prevenzione delle infezioni nosocomiali, applicando tutti i comportamenti preventivi indicati dal programma aziendale di sorveglianza delle infezioni. Collabora inoltre con il Gruppo Nazionale GIVITI, monitorando periodicamente il tasso di infezioni all’interno dell’Unità Operativa”.
“Le principali infezioni nosocomiali – evidenziano il prof. Carlo Alberto Volta, Direttore del Dipartimento Interaziendale Emergenza, e la dott.ssa Elisabetta Marangoni, Direttore facente funzione della Rianimazione Ospedaliera – rappresentano un pericolo particolarmente significativo in Terapia Intensiva. Luogo dove i pazienti sono fragili, immunologicamente depressi ed esposti a molti dispositivi invasivi. Oltre l’80% dei pazienti ricoverati in questo reparto riceve antibiotici e anche presso la nostra Terapia Intensiva la sepsi e/o lo shock settico rappresentano circa il 60% del totale dei ricoveri. Questa percentuale rende ragione della rilevanza del problema settico a livello ospedaliero”.
Le infezioni batteriche rappresentano la maggiore causa di morbilità e mortalità nei reparti di terapia intensiva. Si ritiene che la percentuale di infezione sia 5-10 volte più alta di quella che invece si riscontra in altri reparti. I principali siti esposti al rischio di infezione sono l’apparato respiratorio, l’apparato urinario e le infezioni da catetere vascolare. La loro frequenza e la loro gravità potenziale rendono imperativa la prevenzione. Questa richiede una conoscenza precisa dei fattori coinvolti nel loro verificarsi. Essa si basa su tre elementi principali:
- misure generali di igiene, l’educazione e l’osservanza delle norme igieniche e la limitazione dell’esposizione a dispositivi invasivi;
- uso ragionato degli antibiotici;
- misure specifiche relative ai potenziali focolai.
Inoltre, le infezioni e la sepsi severa rappresentano oggi la principale causa di morte in Terapia Intensiva. “La prevenzione – proseguono Volta e Marangoni – rappresenta l’elemento chiave nel limitare la comparsa e la diffusione delle infezioni nosocomiali. Nel corso del tempo si sono sviluppate innumerevoli e differenti strategie di prevenzione. Tuttavia non si può prescindere dalle misure igieniche di base: infatti è molto importante il ruolo delle mani degli operatori sanitari e dei familiari nella trasmissione delle infezioni. Da qui le numerose campagne di sensibilizzazione per la corretta igiene delle mani”.
Complessivamente, nei Paesi dell’Unione Europea si contano circa 700mila casi di Sepsi/anno. In Italia sono circa 50mila casi di Sepsi/anno (1,5 casi/1.000 abitanti), con una mortalità del 3-8% del totale dei decessi, secondo i dati ISTAT 2023. In Emilia-Romagna si assiste a una incidenza di circa 3.000 casi di Sepsi/Shock Settico all’anno, che comportano circa 900 decessi/anno.
I pazienti più colpiti sono i bambini di età inferiore all’anno, gli adulti con più di 60 anni, i pazienti immuno-compromessi (oncologici, reumatologici o in terapia immunosoppressiva). Sepsi e Shock Settico rappresentano una delle patologie più frequenti all’ammissione in Rianimazione (45% circa).