Roma, 15 settembre 2020 – In occasione della Giornata dedicata alla patologia che si celebra ogni anno il 15 settembre, il punto sulla innovativa terapia contro i linfomi aggressivi B con il contributo del prof. Stefan Hohaus – associato di Ematologia dell’Università Cattolica, Campus di Roma e Dirigente Medico, UOC di Ematologia e Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Al Gemelli avviata da un anno la sperimentazione con questa terapia biologica grazie al lavoro multidisciplinare del CAR-T Team. Martedì 22 settembre si presenta al Gemelli il Percorso Clinico Assistenziale “Immunoterapia CAR-T” e CART-T Centre. Siamo probabilmente all’inizio di una nuova epoca nella terapia dei linfomi aggressivi B. La nuova frontiera terapeutica avviata da poco anche al Policlinico Gemelli si chiama “CAR-T”.
I linfomi non sono malattie tumorali rare, ma forse tra le meno conosciute al pubblico. La Giornata mondiale per la consapevolezza sul linfoma si tiene ogni anno il 15 settembre ed è dedicata alla crescita della conoscenza di questa patologia, delle prospettive di cura e dei bisogni delle persone che ne sono colpite.
Negli ultimi anni sono stati fatti grandi progressi per i pazienti con linfomi B. Dopo la rivoluzione intervenuta circa 20 anni fa con l’utilizzo dei anticorpi monoclonali, è aumentata la convinzione che un approccio sempre più biologico, a fianco delle convenzionali chemioterapie, possa rappresentare la chiave del trattamento delle forme più resistenti. Nei linfomi aggressivi B circa 2 pazienti su 3 riescono a ottenere una risposta completa e duratura con la terapia di prima linea, mentre la restante parte necessita di terapie ulteriori e intensificate spesso con tassi di risposta tuttora insoddisfacenti.
In questo contesto, una grande speranza arriva dal trattamento con CAR-T, acronimo che deriva dall’inglese “Chimeric Antigen Receptor T-cell”. Le cellule CAR-T sono linfociti T, prelevati dal paziente e geneticamente modificati, introducendo con un complesso procedimento un recettore chimerico artificiale che riprogramma questi linfociti per riconoscere e attaccare le cellule del linfoma B.
I CAR-T sono stati approvati in Europa nel 2018. In seguito, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha autorizzato l’uso delle cellule CAR-T precisando stretti criteri per l’eleggibilità del paziente a questo farmaco per ottimizzare l’uso di questo approccio terapeutico molto impegnativo in termini di risorse umane ed economiche. Pazienti con linfomi B aggressivi con malattia recidivata/refrattaria che hanno già eseguito almeno due linee di terapia, quando trattati con la terapia CAR-T hanno una probabilità attorno al 40% di ottenere risposte complete e durature. Nel 2019 presso il Gemelli è stata avviata questa terapia per pazienti sia trattati presso il Policlinico sia che riferiti da centri esterni.
Certamente il trattamento con CAR-T è complesso e rappresenta un modello di cooperazione multidisciplinare fra specialisti di molte unità operative del Policlinico che costituiscono il “CAR-T Team”.
Il “CAR-T Team” coinvolge quasi tutte le unita operative dell’Ematologia, come l’UOSA di Malattie Linfoproliferative Extramidollari (professori Stefan Hohaus, Francesco D’Alò), UOC di Ematologia e Trapianto di Cellule Staminali (professori Simona Sica, Andrea Bacigalupo, Patrizia Chiusolo, Federica Sorà) e l’UOC di Emotrasfusione (professori Gina Zini, Maria Bianchi, Nicola Piccirillo, Luciana Teofili).
Il percorso del paziente candidato inizia con una prima valutazione presso il Day Hospital di Ematologia (diretto da professore Valerio De Stefano) da parte di tutte le unità coinvolte nel CAR-T Team. In seguito, spetta all’unità di aferesi e manipolazione cellulare nella UOC di Emotrasfusione la raccolta dei linfociti del paziente e la gestione del prodotto dalla spedizione ai laboratori esterni fino al rientro in Italia e alla reinfusione, in collaborazione con la farmacia diretta dal prof. Marcello Pani.
Il vero e proprio ricovero per ricevere una chemioterapia di linfodeplezione seguita dalla reinfusione delle cellule CAR-T viene eseguito presso la UOC di Ematologia e Trapianto di Cellule Staminali. Dopo l’infusione, le cellule CAR-T si espandono nel sangue del paziente ed iniziano la loro attività anti-tumorale.
Durante questa fase di espansione, il paziente è a rischio di tossicità peculiari che possono comportare problemi neurologici e reazioni infiammatorie generalizzate tali da rendere necessario un trattamento in terapia intensiva. Per questo motivo, la cooperazione con l’unità di Neurologia (professore Mario Sabatelli e la dott.ssa Anna Modoni) e il centro di Rianimazione e Terapia Intensiva (prof. Massimo Antonelli e dott. Luca Montini) è parte fondamentale del lavoro del“CAR-T Team”.
La terapia CAR-T è una grande sfida non solo clinica, ma anche in termini di organizzazione, collaborazione e costi. I risultati finora raggiunti sembrano di giustificare questo impegno.
Su questa terapia martedì 22 settembre, dalle 14.00 alle 15.30, si svolgerà il webinar intitolato “Il Percorso Clinico assistenziale “Immunologia CAR-T” e del Gemelli CAR-T Centre”.