Roma, 10 febbraio 2023 – Bambini dottori per un giorno. In occasione della Giornata Mondiale del Malato dell’11 febbraio, i piccoli pazienti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in camice bianco o verde, armati di fonendoscopio, cerotti, siringhe e attrezzi del mestiere, hanno visitato i loro medici, somministrandogli cure “buone per tutto” e molto creative.
La tradizionale iniziativa è stata organizzata nella Ludoteca del Bambino Gesù al Gianicolo, spazio che si è trasformato nel “Pronto Soccorso dello Zucchero Filato”. Per tutti i ‘pazienti’ che si sono sottoposti alle cure dei piccoli dottori, check-up accurati, medicazioni fantasiose e cerotti a volontà. Ed ancora punture, defibrillatori, monitor hi-tech, flebo e medicine colorate per scacciare ogni dolore.
Durante l’applicazione delle medicazioni, qualche anticipazione sul futuro: “da grande farò il cardiochirurgo” confida Francesco, 4 anni, toccandosi il cuore con la manina. Dello stesso avviso anche Amanda, 11 anni: “da grande sarò una veterinaria, ma anche una cardiochirurga, perché mi piace!”. Al termine della visita, a ciascuno il proprio diploma: di “paziente molto paziente” agli adulti e di “dottore provetto” per i piccoli medici.
“Il senso di questa iniziativa – spiega la dott.ssa Carla Maria Carlevaris, psicologa referente del Servizio Assistenza Ludica per i pazienti del Bambino Gesù – è offrire un’occasione ai nostri pazienti di sperimentare attraverso il gioco, quindi attivamente e creativamente, ciò che sono costretti a vivere passivamente ogni giorno. Nel gioco di ruolo i bambini rimettono in scena l’esperienza delle cure e delle terapie, esprimendo anche le loro preoccupazioni e le loro fantasie”.
“Identificandosi in chi li cura riescono a familiarizzare – e anche a sdrammatizzare – con alcune pratiche mediche. Durante il gioco il personale sanitario si rende conto molto spesso di quanto i nostri piccoli pazienti siano incredibilmente esperti di gesti e procedure e anche di quanto siano divertiti all’idea di ‘vendicarsi’ di punture e prelievi. Questo apre un canale di comunicazione non verbale molto efficace”, conclude Carlevaris.