Milano, 8 luglio 2017 – “Al di là del merito della questione, la richiesta di un risarcimento a carico del ginecologo, inoltrata dall’Azienda sanitaria alla Magistratura Contabile per un incidente occorso 10 anni fa, deve essere considerata di per sé lesiva dei diritti del professionista, il quale potrebbe, ad oggi, persino aver perso la copertura assicurativa sugli eventi che si ritengono, da parte della magistratura, causati con colpa grave”.
Così, in una nota congiunta, la SIGO (Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia), la AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) e la AGUI (Associazione Ginecologi Universitari Italiani) in merito alla notizia, rilanciata qualche giorno fa dalla stampa, della condanna irrogata dalla Corte dei Conti a una ginecologa dell’Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano, su richiesta della ex Azienda Istituti Clinici di Perfezionamento (la ICP, dal 2016 divenuta Asst Nord Milano, nella quale all’epoca dei fatti ricadeva il Buzzi).
In sostanza l’Azienda sanitaria – chiamata negli anni a risarcire la famiglia di un bambino nato con diversi danni, che secondo la magistratura sono stati provocati dalle procedure attuate durante il parto – ha deciso di rivalersi economicamente sul ginecologo, rivolgendosi alla Corte dei Conti, la quale ha condannato il professionista – 10 anni dopo i fatti contestati – a risarcire 400mila euro all’ospedale.
“Oltre che lesiva dei diritti del professionista – aggiungono SIGO, AOGOI e AGUI – questa vicenda rischia di rappresentare un grave precedente, capace di inficiare il legame di reciproca fiducia e di collaborazione che deve animare i rapporti fra i professionisti della salute e le strutture sanitarie di appartenenza. E ciò a maggior ragione in ginecologia, giacché è difficilissimo, negli incidenti che possono occorrere durante le procedure legate al parto, distinguere con certezza fra errore medico ed evento imprevedibile”.
“Tra l’altro – concludono SIGO, AOGOI e AGUI – in un’epoca in cui tanti sforzi si stanno profondendo per contrastare la medicina difensiva e gli sperperi economici ad essa legati, queste storie non giovano di certo alla serenità dei ginecologi e dei professionisti della salute in generale”.