Torino, 18 aprile 2016 – Il Centro di Ginecologia oncologica dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino (coordinato dal prof. Paolo Zola) è il primo centro di riferimento oncologico ad aver adottato i PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) definiti relativi ai tumori di sua competenza integrandoli con GIC e CAS strutturati. Come da deliberazione regionale del maggio 2014, che istituisce i Centri di riferimento di oncologia sul territorio regionale, e successiva deliberazione di attivazione del novembre 2015 in anticipo sul cronoprogramma della Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, è stato definito un percorso delle pazienti all’interno della Rete stessa, garantendo loro la miglior assistenza ed il maggior conforto per migliorare la loro qualità di vita.
Il Centro dell’ospedale Sant’Anna si è dato un PDTA, ovvero un insieme di procedure sia assistenziali che sanitarie coordinate, che permettono la presa in carico del paziente ottimizzando le risorse aziendali nel segno della massima trasparenza ed economicità. I PDTA sono un ponte verso il futuro e sono la condizione base per l’istituzione dei Centri di riferimento, come quello del Sant’Anna, perché assegnano in modo esplicito i compiti che gli operatori svolgono per l’assistenza del paziente, individuano i ruoli e le responsabilità dei diversi professionisti coinvolti nella gestione delle pazienti dalla diagnosi ai vari processi di cura ed hanno meccanismi di controllo al loro interno per ovviare a criticità e difficoltà. La Città della Salute di Torino (diretta dall’avv. Gian Paolo Zanetta) si è fornita di uno strumento di lavoro di questo genere per l’intera gamma delle neoplasie dell’apparato genitale femminile, come succede nei migliori Centri di riferimento oncologici europei. Al Sant’Anna si è quindi definito un percorso personalizzato alle esigenze di ogni malato con possibilità di accesso multidisciplinare, ottimizzando i servizi basati sull’appropriatezza degli esami e di conseguenza migliorando le liste di attesa.
Ben delineati e definiti i percorsi e le strutture di riferimento. Nello specifico il CAS (Centro accoglienza e servizi) è l’interfaccia tra il territorio e la Rete ed opera l’accettazione e l’accoglienza delle pazienti coordinando le procedure diagnostiche e di valutazione sia della malattia specifica che dello stato globale della paziente. Ne cura quindi l’invio al GIC (Gruppi di cura interdisciplinari), che definisce la strategia terapeutica ottimale sulla base dello stato della malattia e delle necessità del singolo paziente con adeguati tempi di accesso alla struttura ed alle diverse procedure.
Nel 2015 i tumori pelvici (tumori del collo e del corpo dell’utero, dell’ovaio e della vagina, esclusi i tumori della mammella) trattati al Sant’Anna con un ricovero ordinario sono stati 315 (75% dei quali con intervento chirurgico). Altre 800 pazienti sono state seguite a livello ambulatoriale e di day hospital con radioterapia e/o chemioterapia. Questi numeri nel 2015 hanno avuto un incremento di circa il 15% rispetto agli anni precedenti. I tempi di attesa dal completamento dell’iter diagnostico all’intervento chirurgico sono di circa 20 giorni. Ora grazie ai PDTA si potranno ridurre i tempi dell’intero processo gestionale della malattia.
fonte: ufficio stampa