Ginecologia. Il 72% degli interventi con tecniche mininvasive

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È uno dei frutti della riorganizzazione dell’Unità operativa del Sant’Orsola. Obiettivo: garantire interventi più efficaci riducendo tempi di recupero e migliorando qualità della vita

Bologna, 22 maggio 2015 – Interventi più complessi, ma sempre meno invasivi. Sono questi i risultati della riorganizzazione dell’attività chirurgica dell’Unità operativa di Ginecologia realizzata al Policlinico di Sant’Orsola dal prof. Renato Seracchioli. Quest’anno, così, su 1.358 interventi previsti ben tre su quattro – per la precisione il 72,6% – saranno realizzati con tecniche mininvasive, soprattutto laparoscopia e isteroscopia.

I dati sono stati presentati oggi nel corso di un incontro che l’equipe del prof. Seracchioli ha tenuto nell’Aula magna del padiglione 4 del Policlinico con i ginecologi del territorio, che hanno il compito di indirizzare le pazienti ai percorsi di analisi e di cura. “L’obiettivo della nostra attività – ha spiegato Seracchioli – è migliorare sia l’efficacia degli interventi sia la qualità della vita e i tempi di recupero, grazie all’utilizzo di metodiche sempre meno invasive”.

L’Unità operativa prevede al proprio interno l’organizzazione di percorsi che si prendono carico delle problematiche della donna a tutto tondo dalla diagnostica alla terapia: i Centri per la diagnosi e la cura delle patologie uterine benigne e maligne, per l’endometriosi e il dolore pelvico cronico, per la procreazione medicalmente assistita e gli Ambulatori di endocrinologia ginecologica e delle patologie delle strutture di sostegno del pavimento pelvico.

A questi si affiancano tre ambulatori strumentali (ecografia, colposcopia e isteroscopia) e, quando necessario, il centro preoperatorio (per l’organizzazione e la programmazione degli interventi chirurgici), il reparto di degenza e le sale operatorie.

fonte: ufficio stampa

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