Messina, 6 settembre 2020 – Presso l’aula magna “Filippo De Luca” del padiglione NI, dell’Azienda Universitaria Policlinico “Gaetano Martino” di Messina, e’ stato presentato il progetto “Gestione delle cronicità endocrino-metaboliche secondarie a tumori cerebrali insorti in età pediatrica: modello di assistenza multidisciplinare specialistica con interazione telematica ospedale-territorio e specialista-paziente”.
Il progetto – di cui è responsabile il prof. Salvatore Cannavò, ordinario di Endocrinologia dell’Università degli Studi di Messina e direttore dell’UOC di Endocrinologia dell’AOU “G. Martino” – nasce dalla collaborazione dell’unità operativa complessa di Endocrinologia con le unità operative complesse di Pediatria e di Neurochirurgia e con l’unità operativa semplice “ICT e Internazionalizzazione”.
Il progetto prevede un tempo di attuazione di 48 mesi e si sostanzia in un PSN, finanziato dal piano nazionale 2017-2018, all’Azienda Universitaria peloritana, destinato a pazienti che presentano conseguenze endocrino-metaboliche, a causa di tumori cerebrali sviluppati in età pediatrica.
In linea con gli obiettivi del Piano Nazionale Cronicità (di cui all’intesa Stato-Regioni n. 160 del 15 settembre 2016) punta a migliorare le conoscenze della malattia nella popolazione generale e la formazione della classe medica (pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, specialisti in endocrinologia, neurochirurgia etc.) per facilitare la tempestività diagnostica e, quindi, il riconoscimento di segni e sintomi precoci e assicurare continuità assistenziale a lungo termine, migliorando, altresì, la qualità dell’assistenza erogata; ma soprattutto vista l’assenza di linee guida, punta a realizzare un PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale), dedicato alla gestione di questi pazienti, attraverso percorsi di cura standardizzati e uniformi.
Inoltre, è volto a colmare l’assenza di servizi telematici di connessione paziente-specialista, per migliorare la fidelizzazione con il centro di riferimento, oltre all’aderenza terapeutica e assicurare un più stretto monitoraggio delle comorbilità.
Obiettivi primari: la riduzione della migrazione passiva extra-regionale dei pazienti già operati per craniofaringioma in età pediatrica e la riduzione del numero di ricoveri ospedalieri presso centri di riferimento, necessari per la gestione delle cronicità endocrino-metaboliche (conseguenti all’insorgenza di craniofaringioma in età pediatrica).
“Nel Sud Italia – spiega Salvatore Cannavo’ – a fronte di un bacino di utenza particolarmente esteso, esistono solo 2 centri di riferimento (Napoli/Policlinico Federico II e Messina / AOU Policlinico G. Martino) adeguatamente attrezzati per fornire l’assistenza multidisciplinare necessaria per la gestione di questi pazienti. Pertanto, ci siamo impegnati al massimo su questo progetto, puntando all’organizzazione di un modello di assistenza multidisciplinare, considerata anche la transizione delle cronicità legate a questi tumori dall’età pediatrica e adolescenziale a quella adulta”.
“Questi pazienti – precisa Cannavò – sviluppano con il passare degli anni rilevante incremento ponderale (obesità) e hanno difficoltà a trovare un’assistenza adeguata sul territorio nazionale, in quanto si tratta di patologie poco conosciute, che presentano, pertanto, notevoli difficoltà diagnostiche. Inoltre, anche in centri più rilevanti, ad essi è dedicata un’assistenza marginale, nonostante siano molto significative sia le conseguenze fisiche, soprattutto in termini di elevata comorbilità (presenza di altre malattie) e aumentata precoce mortalità, rispetto alla popolazione generale, sia le problematiche psicologiche, aggravate dalla difficoltà di inserimento sociale e dalle ripercussioni sull’intero nucleo familiare del malato”.
“Oggi – conclude l’esperto – la terapia dei tumori del basicranio è più efficace e l’aspettava di vita è più lunga, se il percorso di diagnosi e cura è correttamente inquadrato”.
Il commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, dr. Giampiero Bonaccorsi sottolinea: “È molto importante far conoscere le realtà significative presenti al Policlinico di Messina. Mi sono reso conto che sono diverse e devono trovare adeguata divulgazione. Soprattutto, laddove a fronte di patologie complesse, come quelle al centro di questo progetto, è importante che il cittadino-utente sappia quali sono i centri di riferimento, come il nostro, che con questo PSN punta ad invertire la mobilità passiva per queste patologie. Il progetto obiettivo che presentiamo è caratterizzato dalla multidisciplinarietà – quindi, in grado di far crescere tutte le competenze coinvolte, attraverso il confronto e lo scambio di conoscenze – ma punta ad un altro aspetto fondamentale, qual è quello della telemedicina, che è risultata di strategica importanza per assistere i pazienti da remoto in un momento come quello dell’emergenza Covid, da cui non siamo fuori e, pertanto, non dobbiamo abbassare la guardia, ma noi vogliamo un ospedale a 360 gradi, in grado di coniugare assistenza, ricerca e didattica”.
Mentre, la professoressa Giovanna Spatari, pro-rettore al welfare e politiche di genere dell’Ateneo di Messina, nonché presidente della Società Italiana di Medicina del Lavoro – che ha portato i saluti del rettore Salvatore Cuzzocrea – ha accentato l’importanza del progetto ai fini di “raccogliere dati epidemiologici e clinici, vista l’attuale assenza di un registro telematico di malattia”, e “per assicurare l’interazione ospedale- medicina territoriale, ovvero quella tra il centro di riferimento ed i medici che assistono il paziente sul territorio, oltre a quella tra quest’ultimo e l’ospedale, grazie alla piattaforma telematica”.
Erano presenti anche il direttore amministrativo (Elvira Amata) e il direttore sanitario (Antonino Levita) dell’AOU “G. Martino”.