È partito il progetto promosso dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie volto a favorire una maggiore interazione tra medicina generale e specialistica. Gerardo Medea, Responsabile SIMG Area Prevenzione Metabolica, sottolinea: “Circa i farmaci ipoglicemizzanti più recenti, esiste nella medicina generale un vuoto informativo che la SIMG vuole colmare in maniera rapida e completa. Per raggiungere questo scopo abbiamo proposto un percorso formativo volto all’ottenimento dell’acquisizione di specifiche competenze nella gestione del diabete mellito di tipo 2”
Roma, 2 maggio 2022 – La sanità del futuro richiede un affinamento delle competenze e un maggiore coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale, le sentinelle della salute che conoscono nei particolari la storia clinica di ogni cittadino. Per migliorare la preparazione dei Medici di famiglia e per certificare l’acquisizione di determinate competenze è partito il progetto di Certificazione per “MMG Esperto nella presa in carico e gestione del paziente complesso con diabete mellito e patologie metaboliche correlate, con pluripatologie e disabilità” – in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Generale.
Al termine del corso di alta formazione nell’ambito diabetologico, i medici di famiglia ottengono l’attestato di partecipazione, condizione essenziale per potersi iscrivere al percorso di certificazione professionale delle competenze. La certificazione ha come nucleo un esame nel quale, in un confronto professionale con gli esaminatori, professionisti di comprovata esperienza, i candidati vengono valutati e riconosciuti come Esperti. Il valore di questo percorso è assicurato da un ente di certificazione accreditato da Accredia (Ente Unico nazionale di accreditamento designato dal governo italiano).
Lo scenario
L’ambito in cui si è svolto il processo di certificazione è di particolare rilievo: il diabete mellito di tipo 2, infatti, è una delle patologie croniche che colpiscono maggiormente la popolazione italiana. L’Istituto nazionale di statistica (Istat) stima che nel 2016 le persone con questa patologia siano state oltre 3 milioni, cioè il 5,3% dell’intera popolazione. Una cifra a cui va aggiunto il “sommerso” di coloro che non sanno di essere affetti dalla malattia e che probabilmente è aumentato per gli effetti negativi sullo stile di vita della pandemia.
A contrastare questa tendenza negativa, sono oggi disponibili numerosi farmaci destinati a rivoluzionare gli approcci terapeutici. L’Agenzia del farmaco ha attribuito anche ai Medici di famiglia la possibilità di prescrivere gli ultimi farmaci ipoglicemizzanti (prima di esclusiva competenza dello specialista), rendendo necessaria una piena consapevolezza degli strumenti disponibili e dei possibili scenari clinici.
“Sulla base di uno scenario in rapida evoluzione, la SIMG ha organizzato in collaborazione con le società scientifiche diabetologiche un progetto formativo che offre la possibilità ai MMG di acquisire tutte le informazioni necessarie per gestire al meglio la patologia diabetica e l’uso dei più recenti farmaci ipoglicemizzanti”, sottolinea Gerardo Medea, Responsabile SIMG Area Prevenzione Metabolica.
“Il progetto è partito alla fine del 2021 e ha coinvolto numerosi medici di famiglia con l’obiettivo di fornire ai medici tutte le conoscenze necessarie per impiegare al meglio le nuove soluzioni disponibili. Questi farmaci, infatti, sono molto potenti nel proteggere dal danno d’organo, ma nella medicina generale inevitabilmente esiste un gap informativo che la SIMG vuole colmare in maniera rapida e completa. Per raggiungere questo scopo abbiamo proposto ai MMG che lo desiderassero di ottenere una certificazione dell’acquisizione di specifiche competenze nella gestione del diabete mellito di tipo 2 – spiega Medea – Questa certificazione delle competenze, riconosciuta da un ente di certificazione autorizzato da Accredia ha l’obiettivo di attestare il possesso di specifiche competenze di una classe di medici esperti e interessati a quest’area clinica, per gestire appropriatamente il diabete mellito di tipo 2”.
Formazione tra corsi ed esami
Il percorso che porta alla certificazione delle competenze è supportato dal contributo di specialisti e medici di famiglia esperti della materia e che compongono la commissione esaminatrice.
“Il contributo di un esaminatore esterno è fondamentale – evidenzia il prof. Angelo Avogaro, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie del Metabolismo Azienda Ospedaliera-Università di Padova – Lo specialista può offrire un bagaglio di esperienza culturale nella gestione del paziente con diabete e nell’uso dei farmaci più innovativi prescrivibili ora anche da parte dei MMG. Tale possibilità prescrittiva implica una maggiore equità nel sistema, ma a causa delle diverse competenze serve sicuramente un maggiore scambio sia di esperienze sia di conoscenze. È auspicabile che un approccio di questo tipo venga riprodotto anche in altri ambiti”.
“Il percorso è stato interessante e molto formativo, visto che si trattava di un campo, quello del metabolismo e del rischio cardiovascolare in genere, che non avevo affrontato in maniera approfondita – spiega Marco Benetti, giovane medico di medicina generale che ha appena conseguito la certificazione – Alla luce delle nuove linee guida, questo percorso è stato fondamentale per la mia formazione. Le prove di esame sono state molto serie e relative a tematiche di attualità, visto che sono state esaminate situazioni che periodicamente si verificano nei nostri ambulatori, che ora potrò affrontare con maggiore lucidità”.
“Per noi medici del territorio è necessario favorire un costante confronto con gli specialisti, al fine di produrre un vantaggio per tutta la comunità scientifica. Sono orgoglioso di aver conseguito questa certificazione professionale che ritengo molto importante per svolgere al meglio la mia professione e che penso possa rappresentare una valorizzazione delle nostre competenze finalmente riconosciute e a tutela dei nostri pazienti”, conclude Benetti.