Palermo, 25 novembre 2019 – L’importanza dello psicologo nella gestione dei pazienti pneumologici con dispnea nelle cure palliative. È il tema di un case report del Direttore all’Hospice dell’ospedale Cervello, Giuseppe Peralta e di Gabriella Cinà, psicologa della stessa struttura, pubblicato nella rassegna di Patologia dell’apparato respiratorio curata dall’AIPO, l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri.
L’articolo parte dall’esperienza di un soggetto di 65 anni, affetto da SLA, pesantemente colpito da episodi di insufficienza respiratoria, e racconta l’esperienza diretta dell’intervento dello psicologo in un caso dalla forte componente psicogena. La prima crisi di dispnea rimane impressa indelebilmente nella memoria, disegnando gradualmente all’arrivo delle successive un quadro che per molti aspetti ricalca quello delle persone a forte rischio di traumatizzazione.
Il lavoro psicologico nei vari setting palliativi, specialmente con i pazienti pneumologici, si configura dunque come un intervento per ripristinare la sicurezza, la stabilizzazione dei sintomi ansiosi, la modulazione affettiva, l’integrazione delle memorie traumatiche.
Le tecniche meditative e di rilassamento sono un aiuto fondamentale, integrabile agli altri interventi terapeutici, e permettono di ridurre considerevolmente stress, ansia, depressione, oltre a sintomi associati quali difficoltà respiratorie, nausea e vomito, nel paziente a malattie croniche terminali. Le tecniche di rilassamento e meditative mirano dunque ad un accrescimento delle risorse mentali del soggetto, aiutandolo nel confronto con la situazione critica, aumentando il senso del controllo.
“L’importanza della figura dello psicologo all’interno di Villa Sofia Cervello – sottolinea il Direttore generale Walter Messina – è confermata anche da questo interessante report, che nasce da un’esperienza sul campo e traccia un percorso di grande interesse nel campo delle cure palliative”.