Gastroenterologia, tipizzazione del microbiota per scoprire le cause di malattie infiammatorie o intolleranze alimentari

A Brescia è oggi disponibile un servizio innovativo, unico nel panorama sanitario italiano, per pazienti che soffrono di fastidiose coliti

Prof. Cristiano Spada

Brescia, 22 ottobre 2020 – Sindrome dell’intestino irritabile, episodi di colite ricorrenti, rettocolite ulcerosa o altre malattie infiammatorie del colon sono spesso patologie alle quali il paziente teme di doversi rassegnare. L’importanza di diagnosi certe è quindi fondamentale per risolvere sintomatologie che durano da anni o vere e proprie malattie.

Oggi esiste un’arma in più per capire il motivo di tanti ‘mal di pancia’; la tecnica di ‘tipizzazione del microbiota’, utilizzata per scoprire quanti e quali batteri sono presenti nella flora intestinale. Attraverso un campione di feci si verifica come è composto il nostro microbiota fecale e se non c’è equilibrio tra i vari componenti.

Si parla allora di disbiosi: se mancano batteri ‘buoni’ e prevalgono tipi di microorganismi nocivi, il paziente può accusare molti disturbi non facili da risolvere per il medico. Per la prima volta nel nostro Paese un ospedale offre un percorso di cura completo, dalla diagnosi alla terapia fino al follow up, dedicato a chi soffre di disbiosi.

Fondazione Poliambulanza – prima in Italia – ha avviato, presso l’Unità Operativa di Gastroenterologia diretta dal prof. Cristiano Spada, un percorso dedicato allo studio del microbiota intestinale, in collaborazione con una start up italiana e con il suo direttore scientifico, il prof. Francesco Di Pierro.

“Nel momento in cui il gastroenterologo individua la necessità di fare la tipizzazione del microbiota intestinale, il paziente viene indirizzato verso un percorso specifico – spiega il prof. Cristiano Spada, Direttore Unità Operativa di Endoscopia Digestiva e Gastroenterologia di Fondazione Poliambulanza – messo a punto grazie alla collaborazione con una start up italiana, fondata dal prof. Francesco Di Pierro, biologo, farmacologo e dottore in Immunologia”.

“Questa esigenza è nata perché nel territorio, e non solo in quello bresciano – continua Spada – c’è una grande confusione sul tema delle intolleranze alimentari; le persone si sottopongono a troppi test costosi e non scientificamente validati per risolvere problemi come il colon irritabile o altre situazioni che determinano varie forme di colite. Purtroppo la maggior parte degli esami che vengono offerti non rispecchia un rigore scientifico e non dà risposte alle nostre domande. Ad esempio il test della disbiosi intestinale, oggi molto in voga, consente di capire se sussista una condizione di disequilibrio ma non di indagarne la causa. Ne consegue che il paziente viene trattato con i probiotici, ma in maniera poco mirata, non conoscendo la natura del problema. È su queste basi che Poliambulanza si è attivata per fornire un servizio di qualità ai suoi pazienti”.

Nel nuovo ambulatorio, situato nel reparto di Gastroenterologia, viene eseguita la tipizzazione genetica del microbiota – in questo il vero punto di svolta – attraverso la quale è possibile non solo individuare quali sono i batteri presenti nell’intestino ma anche quali rapporti di forza sussistono e in quali percentuali. In questo modo il gastroenterologo può individuare il trattamento più idoneo per il paziente.

Poiché però la lettura del referto presenta un alto livello di complessità, Poliambulanza si avvale della maggiore expertise in materia; dopo aver ricevuto l’esito, il paziente ha l’opportunità di accedere ad una visita multidisciplinare, con lo specialista gastroenterologo e la consulenza del prof. Di Pierro per la discussione del risultato, per un’anamnesi approfondita e per analizzare le abitudini dietetiche e l’uso dei farmaci. Solo a seguito di una valutazione complessiva, viene poi assegnata una terapia mirata, che dia il massimo beneficio al paziente.

“Il nostro obiettivo – conclude Spada – è di fornire un percorso completo. Non ci limitiamo alla sola tipizzazione del microbiota intestinale. Questo è il primo passo per poi fornire al paziente, al termine del percorso, informazioni circa l’interpretazione del referto e le indicazioni terapeutiche”.

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