Presentato oggi al congresso mondiale di Flebologia a Miami uno studio sul nuovo trattamento. L’innovativa tecnica non invasiva permette una rigenerazione dei tessuti e diminuisce del 5% l’edema periferico e del 4% l’indice di massa corporea. Prof. Pier Antonio Bacci: “Lipolinfedema, patologia seria e sottovalutata che può compromettere la qualità di vita e rendere difficili anche le più semplici azioni quotidiane”
Roma, 18 settembre 2023 – Particolari vibrazioni inviate ai tessuti delle gambe femminili attraverso microsfere ruotanti di silicone contrastano efficacemente il lipolinfedema. Il trattamento si chiama “Microvibrazione Compressiva Endosphères” e ha dimostrato di diminuire i sintomi della malattia e di migliorare la qualità di vita delle pazienti. Dopo due sessioni di cura alla settimana per un mese e mezzo la cura ha ridotto del 46% il dolore, del 5% l’edema periferico e del 4% l’indice di massa corporea.
È quanto ha stabilito uno studio tutto italiano che riporta gli effetti della nuova metodica non invasiva. La ricerca è presentata al XX Congresso Mondiale di Flebologia UIP2023 che si è aperto ieri a Miami.
“Il lipolinfedema è una malattia molto diffusa e in Italia interessa fino al 10% delle donne d’ogni fascia d’età – afferma il prof. Pier Antonio Bacci, docente di Patologie Estetiche nel Master dell’Università di Siena e del Consorzio Humanitas di Roma – Si manifesta prima come cellulite a cui si associa spesso un linfedema, un ristagno di linfa nei tessuti cutanei. Si arriva così al lipolinfedema, con un progressivo e doloroso aumento volumetrico della coscia e della gamba, fino ad un accumulo sproporzionato del tessuto adiposo negli arti inferiori, chiamato lipoedema”.
“Spesso il grasso non si limita alle gambe ma colpisce anche l’addome o e le braccia – prosegue Bacci – È una patologia che viene sottovalutata e spesso confusa con la semplice cellulite o con il, più o meno grave, sovrappeso. In realtà fa diventare le gambe così gonfie e pesanti da rendere molto difficoltose anche le più semplici attività quotidiane. Va contrastata attraverso diagnosi quanto più precoci e successivi trattamenti preventivi. La microvibrazione compressiva è una metodica non invasiva che aiuta a raggiungere perfettamente questi obiettivi, soprattutto se associata a giusti stili di vita”.
“Permette una più facile terapia e una migliore prevenzione in quanto riduce l’evoluzione della malattia e le sue complicazioni – sottolinea il prof. Andrea Sbarbati, Ordinario di Anatomia dell’Università di Verona – Gli effetti positivi delle microvibrazioni compressive sono il frutto di una riorganizzazione biochimica e biofisica delle cellule e determinano risultati visibili anche sulla cute. Riducono inoltre il tessuto adiposo superficiale e stimolano la rigenerazione delle cellule staminali che abbondano in quelle sedi. Le stimolazioni meccaniche esterne hanno degli effetti sui tessuti e i risultati dello studio evidenziano l’importanza di questa metodica brevettata in Italia per la vascolarizzazione e l’aumento delle attività cellulari che, infine, permettono di ridurre edema e dolore”.
“Gli effetti rigenerativi evidenziati si mantengono anche dopo la sospensione dei trattamenti con una visibile ristrutturazione del tessuto adiposo e connettivale – sottolinea prof. Eugenio Caradonna, Past President SIMCRI – La microvibrazione compressiva può essere quindi vista come una tecnica che riattiva i normali meccanismi rigenerativi di tessuti strutturalmente compromessi, veicolandone l’azione”.
La nuova terapia consiste in una serie di oscillazioni meccaniche che agiscono sull’apparato muscolare e tendineo. Determina un movimento pulsato e ritmico che viene sfruttato anche nello sport e nella riabilitazione. “È in grado di stimolare e modificare la resistenza e l’elasticità del tessuto connettivo, in modo da riportarvi la giusta fluidità funzionale e di conseguenza un profondo rilassamento muscolare – afferma il prof. Raoul Saggini, Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa all’università Ecampus di Milano – Con questa tecnica si ottiene uno stato di riduzione della ipereccitabilità delle strutture nervose e una riduzione del dolore, come hanno già dimostrato alcune esperienze nella medicina dello sport”.
“L’azione sul sistema linfatico è favorita dalla pressione esercitata dalle sfere di silicone – afferma la prof.ssa Rosa Grazia Bellomo, Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Urbino – Agiscono sul derma con un’azione pulsata e ritmica ad onda che pompa la linfa verso i linfonodi. Si produce poi un trattamento endodermico che ha come scopo anche la riattivazione della microcircolazione arteriosa”. Infine i vantaggi del trattamento consistono soprattutto nella mancanza di dolore e nella facile ripetitività delle sessioni.
“La Microvibrazione Compressiva Endosphères rappresenta una terapia di base alla quale è possibile associare altre cure mediche o chirurgiche per ridurre le gambe gonfie e le adiposità dolorose – conclude il prof. Bacci – È un trattamento e che può essere di grande utilità in Italia dove si registra un forte aumento delle malattie degenerative del tessuto adiposo, come il lipoedema e il lipolinfedema, nonché dell’obesità femminile”.