Roma, 7 settembre 2021 – “La comunità internazionale ha la responsabilità di affrontare i nodi nella distribuzione e nella produzione dei vaccini che fino ad oggi hanno generato molte disuguaglianze in salute”, il primo commento del Direttore di Amref Health Africa-Italia, Guglielmo Micucci, riguardo al G20 della Salute, che si chiude oggi.
“Che Roma si faccia promotrice di un approccio risolutore, in termini di diseguaglianze. Secondo una recente stima, solo 6 Paesi africani su 54, nel 2023, avranno raggiunto un’ampia copertura vaccinale. È inaccettabile. Il mondo deve cogliere questa triste occasione per supportare importanti passi in avanti in materia di salute dell’Africa, che è strettamente legata alla salute globale – aggiunge il Direttore – Ottimo il richiamo all’approccio One Health” citato dal Ministro della Salute Roberto Speranza.
One Health. Continua Micucci: “Negli anni che verranno, il mondo dovrà affrontare grandi sfide: la sovrappopolazione, le migrazioni, i cambiamenti climatici, l’insorgenza di nuove malattie infettive e il rischio di pandemie, proprio come già è accaduto con il nuovo Coronavirus. Nelle aree più fragili ed economicamente svantaggiate del pianeta, come molti Paesi dell’Africa subsahariana, le conseguenze sanitarie di queste crisi saranno ancora più drammatiche. Per non soccombere di fronte a tutto questo, è indispensabile riconoscere lo stretto legame che unisce noi esseri umani con l’ambiente che ci circonda. Questo approccio, denominato One Health, si riferisce all’esistenza di “un’unica salute”, di tutte le specie viventi e delle risorse naturali in genere”. Aggiunge il Direttore di Amref Health Africa Italia “è la strada giusta, anzi è l’unica strada”.
In merito ai vaccini, l’Africa è in fondo alla classifica dei Continenti, per popolazione vaccinata: circa il 2,9% la percentuale di persone vaccinate con due dosi. Oltre il 27% della popolazione mondiale risulta completamente vaccinata, mentre in Europa oltre il 48%, in Usa il 52% e in Cina il 62%. L’OMS si dice preoccupata: oltre il 70% dei Paesi africani non raggiungerà l’obiettivo che ci si era dati, arrivare a settembre 2021 con il 10% della popolazione vaccinata. Ai ritmi attuali per raggiungere il 60% della popolazione l’Africa impiegherà oltre tre anni. Infatti, secondo una recente stima, solo 6 Paesi africani su 54, nel 2023, avranno raggiunto un’ampia copertura vaccinale.
“Se l’Africa rimane indietro sul fronte dei vaccini, c’è il rischio che diventi più difficile controllare la trasmissione del virus e l’elevata possibilità che si sviluppino varianti in grado di compromettere l’efficacia dei vaccini – afferma Guglielmo Micucci – dobbiamo formare il più in fretta possibile migliaia di operatori sanitari, affinché siano in grado di rassicurare la popolazione e abbattere l’esitazione vaccinale, gestire e amministrare le scorte di vaccini, somministrare le dosi in sicurezza”.
Amref chiede da tempo: la donazione delle dosi in eccesso di vaccini Covid-19 tramite COVAX ora (e in largo anticipo prima della loro scadenza, fattore che a volte li ha resi inutilizzabili); i leader del mondo devono investire nel rafforzamento sostenibile dei sistemi sanitari, delle risorse umane per la salute e della ricerca e dello sviluppo sanitari nei Paesi africani. In più è fondamentale sostenere dei processi che portino alla produzione di vaccini in Africa.
“Su One Health e rafforzamento del personale sanitario africano noi ci siamo” – Amref è la più grande Ong africana ad occuparsi di salute nel continente, dal 1957. Tornando su One Health, “una percentuale che può aumentare fino al 75% se si considerano solo le infezioni emergenti, cioè malattie che subiscono un rapido aumento in termini di incidenza e distribuzione geografica. Le sfide sono queste e richiedono risposte mondiali all’altezza, no nazionalismi”.
(Ph Leonardo Mangia Kenya)