Fotoprotezione, fotosensibilità e fotoaging. Tutte le novità in dermatologia

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Istituto San Gallicano leader, dalla prevenzione primaria alle terapie abbinate e alla attivazione cellulare

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Da sinistra: Giovanni Leone e Mauro Picardo

Roma, 31 marzo 2017 – L’Istituto San Gallicano è uno dei centri di riferimento in Italia e all’estero in tema di fotobiologia e fotodermatologia. Discipline di particolare interesse dermatologico e in continua evoluzione. Le radiazioni naturali e artificiali generano infatti reazioni fisiche e biologiche che possono essere estremamente dannose per la cute o addirittura terapeutiche se selezionate ed abbinate a farmaci.

L’appuntamento “Giornate Capitoline di Fotodermatologia” in corso a Roma prevede un programma ricco di argomenti che vanno ad approfondire il fotodanneggiamento e la fotodinamica in dermatologia oncologica, la psoriasi e le terapie abbinate come ad esempio fototerapia e farmaci biologici per la psoriasi. Approfondimenti pratici illustrano i nuovi strumenti a disposizione per le corrette diagnosi e per l’inquadramento foto biologico del paziente nonché sulla sua gestione clinica.

“Un tema centrale è dedicato alle porfirie cutanee con fotosensibilità – sottolinea Giovanni Leone, responsabile del centro per le fotodermatosi, porfirie e malattie rare e promotore dell’evento – che rappresentano l’espressione più grave della fotosensibilità, tra cui primeggia la Protoporfiria Eritropoietica. Il San Gallicano è stato il primo a sperimentare e introdurre il trattamento con l’innovativo farmaco afamelanotide che ha radicalmente modificato la qualità di vita delle persone affette. Al tema dedicheremo una sessione e una tavola rotonda che coinvolge anche le associazioni di pazienti”.

Molto spazio è dato alla fotoprotezione e a tutti i recenti progressi che riguardano il mondo dei prodotti antisolari ed il loro impiego. “Il nostro Istituto – evidenzia Mauro Picardo, direttore scientifico ISG – ha rivisitato il concetto di fototipo che non è legato solo al colore della pelle ma è una sorta di impronta digitale biochimica dell’individuo che fornisce molti più dati che la sola presenza di melanociti”.

Gli esperti si sono confrontati anche sull’importanza che ha la corretta informazione per la prevenzione primaria, quindi sui concetti corretti da passare ai cittadini riguardo i filtri solari (“50 o 100, alta o totale?”) e all’importanza di abbinare ai filtri fisici e chimici anche l’assunzione di antiossidanti. Altra novità su cui l’Istituto è impegnato continua Picardo“ è lo studio delle molecole attive, che agendo sui recettori nucleari, inducono la cellula ad autoproteggersi”.

L’incidenza di anomale reazioni cutanee dopo esposizione alla luce solare è in continuo aumento e si va da un 10% della popolazione per la dermatite polimorfa solare, ‘eritema solare’, la patologia più diffusa, all’1-2% dell’orticaria solare che è una fotodermatosi più grave, ma più rara, fino ai casi rarissimi di protoporfiria eritropoietica, in cui i pazienti non possono uscire nel periodo estivo.

L’orticaria Solare ad esempio è una rara fotodermatosi caratterizzata da prurito, eritema e pomfi pruriginosi che insorgono dopo pochi minuti dall’esposizione alla luce solare o artificiale. Alle manifestazioni cutanee si possono associare sintomi sistemici quali nausea, cefalea, tachicardia, vertigini, ipotensione perfino shock.

“Siamo tra i pochi in Italia– evidenzia Andrea Paro Vidolin, dermatologo San Gallicano – che possiamo eseguire test fotobiologici per la conferma della diagnosi attraverso il Test con Simulatore Solare ed il Test di scatenamento UVB, UVA e luce visibile nonché eseguire nel periodo precedente all’esposizione ai raggi ultravioletti la terapia desensibilizzante per la preparazione della cute al sole. Una sorta di “vaccino”. Un buon 50% dei pazienti può trarre giovamento anche dalle terapie con miscele di antiossidanti, ce ne sono di vari e nuovi con principi attivi naturali di origine vegetale”.

Photo-aging e chrono-aging, sono facce della stessa medaglia, portano entrambi all’invecchiamento. Il primo estrinseco a causa dei raggi ultravioletti (UV) , il secondo è intrinseco ed è dovuto al fisiologico passare del tempo. Ma attenzione alle cheratosi, avvisano gli esperti.

“I raggi UV sono anche alla base del Non-Melanoma-Skin-Cancer (NMSC) – illustra Pasquale Frascione, responsabile della Dermatologia Oncologica ISG – che sono in grado di innescare il processo di iniziazione, promozione e progressione tumorale, determinando dapprima una cute fotodanneggiata, spesso cheratosi attiniche (AK) ed infine carcinomi squamocellulari (SCC) a seguito dell’accumulo di mutazioni. Dato che clinicamente non siamo in grado di distinguere quale cheratosi attinica rimarrà tale e quale evolverà in carcinoma squamocellulare invasivo è necessario trattarle tutte. Tra le novità ci sono di supporto: la microscopia confocale per la diagnosi e le nuove formulazioni nelle terapie topiche l’ingenolo mebutato, l’imiquimod al 3,75% e il fluoro-uracile alla concentrazione di 0,5% in combinazione con l’acido salicilico (non ancora disponibile in Italia). Infine, sempre come strumento terapeutico, grande importanza riveste la terapia fotodinamica convenzionale (PDT) e negli ultimi anni la Day-Light PDT”.

fonte: ufficio stampa

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