Firenze – Si è svolto all’Auditorium di Sant’Apollonia a Firenze l’evento “Equità nella Salute. Come fare rete per passare dalle parole ai fatti”, a cui ha partecipato Michael Marmot, professore di fama internazionale che da 35 anni si occupa di disuguaglianze in salute, esponente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e direttore dell’Institute of Health Equity a Londra.
L’evento organizzato nell’ambito del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea, oltre ai rappresentanti regionali della Toscana, ha visto la presenza – tra gli altri – di Francesco Cigogna, Ministero della Salute; Concetta Mirisola, Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà (INMP). Le conclusioni sono state affidate a Giuseppe Costa, Università degli Studi di Torino.
“Gli studi internazionali ci dicono che a costruire salute e benessere contribuiscono per il 15-25% i servizi socio-sanitari, per il 10-20% la genetica, e per il 50-60% l’ambiente, la cultura, l’economia – dice l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Luigi Marroni – I più colpiti dalle malattie sono solitamente i soggetti più fragili, più deboli per reddito e cultura. La crisi sta cominciando a mostrare i suoi effetti, e nel lungo periodo potrebbe produrre un rallentamento del trend positivo di salute e un incremento delle disuguaglianze, compromettendo la sostenibilità dei sistemi sanitari, a danno delle fasce sociali più svantaggiate. Noi abbiamo la responsabilità e il dovere di assicurare la salute a tutti i cittadini. È necessario un impegno forte e coordinato di governo e Regioni perché i principi di universalismo e solidarietà continuino ad essere i capisaldi del nostro sistema socio-sanitario”.
Il Libro Bianco sulle disuguaglianze di Salute in Italia. A seguito dell’atteso intervento di Michael Marmot che interverrà su “I determinanti sociali di salute: un’agenda globale”, è prevista la presentazione del Libro Bianco sulle disuguaglianze di Salute in Italia. Il documento evidenzia come povertà materiale, disoccupazione, lavoro poco qualificato e scarse reti sociali, spesso correlati tra loro, minacciano la salute degli individui.
I numeri delle disuguaglianze. Numerosi studi pubblicati negli ultimi 20 anni hanno dimostrato che in tutta Europa i cittadini in condizioni di svantaggio sociale tendono ad ammalarsi di più, a guarire di meno e a perdere autosufficienza. In Italia nell’arco degli anni duemila si osserva un divario di più di cinque anni tra la speranza di vita di un operaio non qualificato rispetto a chi è approdato a una posizione dirigenziale, con aspettative di vita progressivamente crescenti salendo lungo la scala sociale. Negli anni della crisi è aumentata la percentuale di quanti dichiarano di avere una scarsa possibilità economica per sostenere le spese per le cure mediche (da valori inferiori all’11 per cento, la quota raggiunge il 13,3 per cento nel 2013. (Rapporto annuale Istat 2014).
L’agenda europea e quella regionale. Il ruolo prioritario assunto negli ultimi anni dal tema dei determinanti sociali in salute nell’agenda europea ha favorito l’adozione in quasi tutti i paesi europei, di politiche volte ad intaccare le cause e le conseguenze. Anche in Italia si sta assistendo alla implementazione di azioni di contrasto e alla nascita di una strategia nazionale per farvi fronte. In particolare a livello regionale le disuguaglianze di salute sono tra le priorità di due importanti atti di programmazione sanitaria: il finanziamento vincolato agli obiettivi del Piano sanitario nazionale e la proposta del nuovo piano nazionale di prevenzione. “La conferenza – spiega Maria Jose Caldes, Direttrice del Centro di Salute Globale e promotrice dell’evento nell’ambito del Progetto Mattone Internazionale, organizzato in collaborazione con la Regione Toscana, l’INMP e l’Ospedale pediatrico Meyer – prevede poi una parte più dinamica, organizzata in sessioni di lavoro parallele, una finalizzata a rinforzare il network dei paesi sud europei sulle determinanti della salute e l’altra per permettere ai professionisti sanitari delle regioni italiane di costruire una rete e confrontarsi sulle sfide per la propria programmazione per contrastare le disuguaglianze in salute e passare dalle parole ai fatti”.
Il Centro Salute Globale (CSG) ha sede all’Ospedale pediatrico Meyer, è la struttura di riferimento della Regione Toscana a carattere multidisciplinare con la funzione di mettere in evidenza le connessioni che si stabiliscono tra globalizzazione e salute in termini di equità, diritti umani, sostenibilità, diplomazia e collaborazioni internazionali. Il Centro di Salute Globale ha una vocazione internazionale e permette a professori e ricercatori universitari, dottorandi e studenti di varie discipline, medici professionisti e rappresentanti delle Organizzazioni di volontariato di formarsi, approfondire e sperimentare un approccio ai temi della salute globale sia accademico che operativo.
fonte: ufficio stampa